XV Stagione Teatrale di Castrovillari: sabato Panenostro della compagnia Ragli
“Panenostro”, a cura della compagnia Ragli di Roma, è il quinto appuntamento in cartellone della XV stagione teatrale comunale di Castrovillari.
Un piacevole ritorno della compagnia a Castrovillari, dato che nella scorsa stagione teatrale aveva presentato l’ottimo “L’Italia s’è desta” con Dalila Desirée Cozzolino. Lo spettacolo in programma, sabato 29 marzo, alle ore 21, presso il teatro Sybaris del Protoconvento francescano, è un intenso racconto, scritto e diretto da Rosario Mastrota, che ha anche collaborato nella scelta artistica degli spettacoli in rassegna. Sulla scena ci sarà l’attore Ernesto Orrico.
La XV stagione teatrale castrovillarese, che sta riscontrando una buona partecipazione di pubblico anche giovanile, si pregia di offrire ai suoi spettatori interessanti proposte con una propensione accentuata alle novità. “Una varietà di stili e modalità diverse di presentarsi sul palcoscenico, tematiche variegate e legate al sociale, - sostengono gli organizzatori - ma con un unico obiettivo: trasmettere e amplificare, con la voce, la gestualità, le scenografie, i molteplici sentimenti e stati d'animo che la magia del palcoscenico sa suscitare”.
“Panenostro”, lavoro ricco di spunti di riflessione, ha ricevuto già da subito riconoscimenti, con il testo finalista al premio “per voce sola” del teatro della Tosse di Genova. “Cump’il pan del prestín terún”. Giuseppe fa il pane, ama impastarlo e creare i suoi “figli” di farina e acqua; è panettiere da generazioni, figlio e nipote di emigranti calabresi in un nord algido che gli ha regalato la vita; nella sua panetteria intrisa di sud, il panettiere calanordico o nordcalabro perfeziona l’eredità di un mestiere.
È il panettiere del quartiere, Giuseppe, vive senza falsità, ingenuo, come gli ingredienti amalgamati nella sua umile missione di fornaio. E quella stessa umiltà, palesata con la sottomissione remissiva all’imposizione malavitosa, lo rende inconsapevole finanziatore del meccanismo dell’onorata ‘ndrangheta calabrese radicata al nord: “Papà pagava e pure nonno pagava”.
Anche scorrendo sul binario dritto della normalità, appare, sul regolare percorso delineato, una curva imprevista o un’interruzione netta, inevitabile, e nonostante il protagonista di quella vita provi a nascondersi nell’assoluta trasparenza dell’ordinario, accade che quell’essere invisibile si trasformi in evidenza esagerata, in straordinario emblema di popolarità casuale.
La casualità arriva portata dalla rabbia, in modo bestiale, dopo lunghe sopportazioni, ed è bella, intima, solo per un attimo, poi, però, è letale. Perché quell’unica colpa casuale, quell’unico lampo bestiale di umanità, diventano espiazione di un'unica vita. “Rimetti a noi i nostri debiti” è prosa avulsa dalla realtà. Farsi giustizia uccidendo, soccombere alla giustizia per avere ucciso, lascia un debito: non avere giustizia.