Chiusura sportello bancario di San Ferdinando, interrogazione deputati Pd
I Deputati del Partito Democratico Ernesto Magorno, Stefania Covello, Vincenza Bruno Bossio, Bruno Censore, Demetrio Battaglia, Nicodemo Oliverio, Nicola Stumpo, Alfredo D’Attorre, annunciano la presentazione di una interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno, al Ministro dello Sviluppo economico e al Ministro dell’Economia e Finanze riguardo alla decisione del Gruppo UBI- Carime di chiudere, nell’ambito del proprio Piano Industriale, lo sportello bancario del Comune di San Ferdinando (RC).
I parlamentari calabresi chiedono: “Quali iniziative urgenti, nell’ambito delle proprie competenze, intenda assumere il Governo nei confronti del Gruppo UBI-Carime, al fine di mantenere aperto lo sportello di San Ferdinando (RC) e di rivalutare scelte che non sono esclusivamente aziendali ma interessano i cittadini proprio perché rischiano di avere un impatto devastante per il tessuto sociale e economico dell’intero territorio”.
Nel testo dell’interrogazione si spiega come: “La chiusura di sportelli bancari è un fenomeno a livello nazionale, ma l’incidenza sul Mezzogiorno di tali processi assume una dirompenza sociale ed economica molto rilevante, determinando, inevitabilmente, conseguenze negative per la qualità della vita. La suddetta decisione penalizza e impoverisce ulteriormente un comprensorio, dove esiste un tessuto economico vivo e in forte crescita, composto da piccole e medie imprese legate alle attività dei trasporti e dello shipping.
Il Gruppo Carime ha operato una scelta discriminatoria e iniqua che ostacola lo sviluppo del territorio, carpendo la speranza di un futuro migliore ai giovani e rendendone difficile la possibilità di affermarsi e imporsi nel mondo del lavoro; è assurdo e ingiustificabile, inoltre, che ciò avvenga in una zona ad alta densità mafiosa, teatro di gravi atti delinquenziali come il recente incendio, ad opera della ‘ndrangheta, di un autocompattatore in pieno centro abitato, che ha costretto l’impresa, che gestiva l’appalto dei rifiuti, ad abbandonare il servizio.
Di fronte a una criminalità organizzata così ben radicata e operativa, UBI-Carime non può far finta di niente e “fuggire”, offrendo terreno fertile alla ‘ndrangheta, ma ha il dovere di restare per dare un chiaro segnale di contrasto al dilagante proliferare di attività illegali e infiltrazioni malavitose che minano la democrazia, le istituzioni e lo sviluppo della città. Il Gruppo UBI-Carime, però, sembra aver “dimenticato” la propria mission, la funzione e la responsabilità sociale che ogni banca deve avere nei confronti del territorio e dei cittadini, condividendo con essi i momenti di crescita e quelli di crisi, sostenendo soprattutto i giovani e le famiglie.
La chiusura dello sportello bancario di San Ferdinando è una palese azione di marginalizzazione e di disimpegno civico che indebolisce lo Stato sociale, acuendo una crisi economica già grave e incrementando paradossalmente i poteri forti del malaffare. Il sistema bancario ed in particolare gli istituti di credito locali, anche se interessati da processi di riorganizzazione, devono garantire un’ adeguata presenza e copertura territoriale soprattutto in una regione come la Calabria in cui il costo del denaro è il più alto d’Italia e dove si registra un calo vertiginoso della concessione di crediti alle imprese.
Qui più che altrove, occorre non tagliare ma potenziare i servizi bancari indispensabili per favorire la crescita della città, non venendo mai meno non sola alla propria funzione economica e finanziaria ma soprattutto a quella sociale e ambientale. La Calabria ha bisogno di credibilità e di essere valutata per le potenzialità che può esprimere e non unicamente ed esclusivamente in base ai freddi calcoli di un computer, cosa che evidentemente rientra nella politica commerciale adottata dal Gruppo Carime che mira al raggiungimento indiscriminato del massimo profitto piuttosto che al bene e all’ interesse pubblico”.