Umberto I, Costanzo risponde al dottor Roccia

Catanzaro Attualità

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa di risposta al dottor Euplio Roccia da parte del Consigliere Comunale di Catanzaro, Sergio Costanzo:

“C'era un vecchio film italiano del 1988 che si intitolava "Affari di famiglia", aveva come protagoniste due sorelle. Ecco a Catanzaro, benché nella cosa non vi sia nessun reato, anche le questioni che riguardano la collettività passano attraverso "affari di famiglia".

Avevamo chiesto una sollecitazione al sindaco Sergio Abramo, e lo avevo chiesto non in quanto Sergio Costanzo, ma in quanto consigliere eletto democraticamente per portare avanti le istanze della popolazione e invece ci troviamo la risposta del dottor Euplio Roccia, cognato del sindaco.

Ripetiamo nessuno scandalo e nessun reato, solo motivi di opportunità avrebbero dovuto spingere quanto meno il direttore del distretto socio sanitario a non utilizzare della demagogia e dire le cose così come stanno. Innanzitutto la domanda ci sorge spontanea, perché, sapendo che la struttura sarebbe stata aperta e destinata ai servizi di assistenza sanitaria non si è provveduto per tempo ad espletare tutte le procedure per rendere operativo al 100% la struttura.

E perché, quando si è espletata la gara per l'acquisto di due poltrone per il centro di Lido, contestualmente non si è pensato di acquistarne una per l'Umberto I, stante il fatto che la destinazione era nota ed oggetto di convenzione? Ci dica il dottor Roccia i termini della gara per l'acquisto della poltrona, quando è stato fatto il bando, e quando sono previsti i termini di consegna.

C'è un errore in cui molti incorrono, credere che chi sta dall'altra parte non abbia gli strumenti necessari per capire le cose. Lo si può anche pensare di un singolo soggetto, lo si può anche pensare di Sergio Costanzo, non si ha il diritto di pensarlo delle centinaia di utenti a cui interessa che il servizio sia attivato in tempi brevi, perché in quella struttura, negli stipendi di chi la regge e la dirige ci sono anche i soldi di chi non può usufruirne.”