LA STORIA. Padre Pio: fra destini, amicizia e segni

Crotone Attualità
Tina De Raffaele

“Padre Pio? Un amico che ho sempre sentito vicino”. Già, un amico. Che cos’è un amico, quanto vale un amico, cosa può fare un amico? E se quell’amico è speciale, unico, amorevolmente e caritatevolmente amico? E se quell’amico si chiama Pio, Padre Pio? Stiamo raccontando la toccante storia di Tina De Raffaele, 48 anni, di suo marito Carmelo e dei suoi tre figli Flavio, Davide e Simone. Una storia di vita molto difficile, dura e forte, come tante altre si, ma guidata da una mano invisibile e presente, che ne ha cambiato il destino: quella di Padre Pio.

Una storia legata purtroppo alla malattia, che irrompe prepotente nella vita di Tina nel 1991, da sempre devota a San Pio, quando al marito Carmelo, allora ventiseienne, viene diagnosticato il linfoma di Hockin. Improvviso, terribile, devastante. Da qui, l’invito di uno zio di Tina, che abita a Taranto, ad andare in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo. Da Padre Pio. “Fu allora - ci racconta Tina - che, spinta dalla disperazione, ma anche dalla fede e dalla speranza, “conobbi” Padre Pio. Le sensazioni e le emozioni di quel giorno le sento dentro e forti, come se le stessi vivendo ora. Rimarrà scolpito nella mia memoria e nel mio cuore, il momento in cui scesi nella cripta dove era allora custodita la salma di Padre Pio. C’era tantissima gente, anche molto ben vestita, tant’è che attribuii a loro il forte profumo che avvertivo. Incredula annusai una signora che stava davanti a me. Ma non era lei ad emanare quel profumo di fiori… Cominciai ad avere qualche dubbio. Mi spiegarono. Capii. Ero emozionata, quasi incredula, ma felice. Dopo la Via Crucis tornammo a Crotone per l’esame istologico. Ebbene, la notte che precedette quell’attesissimo giorno fu insonne, ma non solo. Alle 5.30 del mattino infatti, sentii bussare alla porta di casa. Andai, ma non c’era nessuno. La mattina seguente il risultato: l’esame istologico di mio marito era negativo. Non avevo più dubbi, era stato Padre Pio, perché lo avevo sentito vicino, sempre. Compresa quella notte. Tornammo quindi a San Giovanni Rotondo per ringraziarlo, dove incontrammo Fra Modestino che ci confermò che mio marito era guarito. Ma non solo. “Presto avrai un altro figlio” ci preannunciò. E cosi fu.

Dopo poco tempo nacque Davide. Un altro segno della presenza di Padre Pio nella mia vita. Dopo quell’esperienza tornai spesso a San Giovanni Rotondo, che ormai sentivo “mio”, cosi come Padre Pio. Ma non avrei mai osato pensare che il destino non aveva ancora chiuso i conti con me. Nell’aprile del 2013 infatti, mi diagnosticarono un calcinoma al seno. La notte prima avevo sognato un paese di montagna, dove si trovava una donna vestita di blu e di nero. Un altro segnale. Ma anche un'altra dura sfida, un altro calvario. Mesi e mesi di lotta, fra viaggim, radio e chemioterapia, speranza e preghiere a Padre Pio. E questa volta il segno arriva a mia madre che è intenta a chiedere la grazia davanti la foto di Padre Pio. Subito dopo il quadretto cade. Un altro segnale? Si. A distanza di quasi un anno infatti, nonostante dovrò continuare con controlli e prevenzione, sono guarita. Sto bene- ci dice Tina- moralmente e fisicamente. Sono convinta che questa cosa è successa perché il Signore ha voluto che fossi un suo strumento, vivendo”. Ci spieghiamo. Durante il suo cammino, con Padre Pio sempre accanto, Tina ha fondato un’associazione, “Crotone ci mette la faccia”, formata da gente ammalata di cancro ma non solo, in una città dove purtroppo, per diversi e per certi versi poco chiari motivi, si continua ad ammalarsi e morire di tumore. Nel silenzio ed immobilità più disarmanti. Un tempo Crotone era città di industrie, poi dismesse, ma mai bonificate. L’ennesima terra dei veleni. Non aggiungiamo altro. A proposito di Crotone, Tina aggiunge, “non la sento più la mia città, perché è avvelenata dai veleni e dall’indifferenza. San Giovanni Rotondo invece, è l’isola felice che tutti dovrebbero poter avere. Dove si vive nella preghiera e nella pace”.

di Francesco Biafora [daPietralcina, la terra du Padre Pio” (Aprile 2014)]