Presentato il libro “Il Regno Perduto Quando il Sud era l’Italia”
L’importanza di rilanciare l’intrapresa degli uomini e donne del lavoro del Mezzogiorno d’Italia, testimonianza di tante capacità in movimento e della volontà di mettersi in gioco e , ancora, di rivalutare la fondamentale area del Mediterraneo dove il Sud ha svolto e svolge, nel centro, il suo ruolo, sempre più importante in una realtà nella quale le prospettive cambiano continuamente, hanno richiamato l’attualità della nostra storia, quella che non è raccontata nei testi scolastici, “scritti dai vincitori”, e del libro “Il Regno Perduto Quando il Sud era l’Italia”, Edizioni Iuppiter, di Antonino Ballarati, che ne parla tanto al punto da mietere successo e di essere presentato venerdì scorso per la sua seconda edizione che ha raccolto ancora il forte desiderio di un riscatto sociale mai sopito.
L’appuntamento, svoltosi nel salone del Circolo cittadino di Castrovillari grazie allo stesso, al Kiwanis International e all’Amministrazione comunale, ha rilanciato ruolo e significati del Regno delle Due Sucilie, del Sud, del Mezzogiorno e dell’Unità d’Italia attraverso una serie di contributi che hanno affermato, da più punti di vista, la necessità immediata con cui ciascun meridionale deve vivere il presente, la sua capacità, rapportandosi alla realtà con quelle connotazioni espresse nel lontano passato dai nostri avi e come testimoniano tante iniziative, opere ed azioni messe in piedi.
Fatti, elementi sono stati raccontati, ricordati e valutati da Leonardo Alario della Consulta Scientifica della Federazione Italiana Tradizioni Popolari, dall’ispettore emerito del Ministero dell’Istruzione, Francesco Fusca, e rilanciati, con il coordino della docente Minella Bloise, e nei saluti ed interventi del Presidente del Kiwanis Club del capoluogo del Pollino, Giacomo Cucè, del Sindaco, Domenico Lo Polito, del Presidente del Circolo, Angelo Giannoni, con l’apporto di video e l’interpretazione creativa di passi letti dalla poetessa Anna Lauria e da Gianni Colaci.
Le conclusioni , naturalmente, sono state tratte dall’autore Antonino Ballarati che ha sottolineato alcune sequenze, tra le tante, che caratterizzano l’opera, raccontando amarezze, slanci, vergogne e, soprattutto, le tante intraprese tra la gestione dell’esistente nelle genialità ed intuizioni presenti fra le popolazioni d’allora, firmatari di grandi primati ed espressioni di laboriosità.
Non sono mancate le domande del pubblico per affermare e ricordare che la Questione Meridionale ancora brucia, è sentita ed è desiderosa di vedere una soluzione che non può prescindere dal serio coinvolgimento di ciascuno alla realizzazione del bene comune il quale non può fare a meno della cultura, della conoscenza, dell’educazione e della implicazione personale dei meridionali per un concreto cambio di passo in quell’ottica di unità nazionale ed europea che vede il Sud come parte del Tutto ed una risorsa di cui non si può fare a meno o prescindere.