Formazione, Movimento dei Lavoratori: il settore è in crisi, a rischio 200 posti
I lavoratori del settore della formazione, che di recente hanno costituito un Movimento portavoce, denunciano in una nota “la situazione critica in cui versa il settore della formazione professionale”.
“Per la prima volta – si legge in una nota del movimento dei Lavoratori del settore della Formazione – usciamo dall’isolamento al fine di far ascoltare la nostra voce, riaffermando l’importanza e la dignità di un settore che, a torto, viene identificato sempre e solo in termini negativi mentre, in questi anni, in silenzio e con serietà tanti professionisti hanno operato tra mille difficoltà vedendo spesso mortificate le loro potenzialità e il loro impegno”.
La problematica riguarda circa 200 dipendenti, ma anche professionisti e collaboratori che hanno un ruolo nelle fasi di progettazione ed erogazione dei progetti formativi. “Vogliamo far sentire la nostra voce – prosegue la nota –. Le rivendicazioni proprie degli enti di formazione per cui lavoriamo, si traducono per tutti noi in reale rischio di perdita di occupazione. Questo, mortifica il nostro ruolo sociale, lede la nostra dignità di professionisti, e il diritto di intere famiglie ad avere un futuro, e in più contribuisce ad aggravare la situazione occupazionale della nostra regione che è già drammatica”.
I lavoratori lamentano “ritardi nella fase di approvazione dei progetti presentati, ritardi nell'avvio di quelli già approvati e nelle fasi di pagamento” questo “crea disagi alle agenzie formative – si legge nella nota –, le quali, se le cose non cambieranno, saranno costrette a drastici provvedimenti, primo fra tutti la riduzione del personale se non addirittura la chiusura”. Ribadisono, inoltre, che “pur essendo lavoratori di un comparto privatistico, la nostra funzione ha una valenza “pubblica” innanzitutto perché la quasi totalità delle attività formative è finanziata da fondi pubblici (nazionali e comunitari) e gestiti in maniera no profit”.
Tutto il comparto garantisce il diritto all’istruzione a migliaia di giovani e permette la formazione continua e la formazione permanente degli adulti. La situazione generale “è caratterizzata – chiarisce la nota – dalla recente revoca del Bando 2012 relativo ai Percorsi di Istruzione e Formazione e dalla mancata pubblicazione, ad oggi del Bando 2014. A ciò si aggiungono le revoche della manifestazione di interesse rivolta ai comuni rurali della regione Calabria, e quella relativo al Bando sul Turismo”.
Qualche giorno fa il movimento ha organizzato un incontro con la stampa allo scopo di spiegare le ragioni della protesta, in merito al quale nella nota è scritto: “Era solo il primo passo della battaglia che il Movimento porterà avanti in quanto non ci accontenteremo di avere delle soluzioni (obbligatoriamente tampone) che risolvono l’emergenza.
Chiediamo sicuramente interventi immediati per ridare ossigeno alle agenzie formative e non rischiare a breve il licenziamento, ma chiediamo soprattutto un cambiamento radicale e strutturale di tutto il settore della formazione professionale e rispetto al quale intendiamo avere un ruolo attivo nelle fasi decisionali e non meramente di controllo tardivo quanto inutile”.
“La nostra preoccupazione – conclude la nota – aumenta se guardiamo al futuro per la dimostrata incapacità della Regione di fare una programmazione di lungo periodo e considerato che nel DOS (Documento di orientamento strategico) relativo alla riprogrammazione dei fondi comunitari relativi al periodo 2014-2020, la formazione fa la parte della cenerentola e gli enti di formazione diventeranno solo spettatori passivi andando in controcorrente rispetto al resto d’Italia e rispetto all’Europa. Chiediamo alla Regione come intende agire per evitare la perdita di posti di lavoro e per non perdere l’occasione di utilizzare i fondi pubblici per creare un nuovo sviluppo sociale ed economico di questa regione”.