Presentato a Catanzaro il docufilm su Zanotti Bianco
Fu definito un “apostolo laico” e anche “u signurinu”, ma ciò che Umberto Zanotti Bianco fece per l’istruzione e la formazione nella Calabria flagellata dal terremoto del 1908 non può che essere considerata una vera “missione” che ha cercato in qualche modo di colmare quella distanza di conseguenza anche economica che divideva un Paese nato da poco meno di cinquant’anni.
Di questo aspetto di Zanotti – che fu anche senatore a vita dal 1952, nominato da Einaudi -, della sua fondazione nel 1910 dell'Animi, l’Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno, della fondazione di Italia Nostra l’associazione nazionale per la tutela del patrimonio artistico e naturale della Nazione, e dell’esperienza della presidenza della Croce Rossa Italiana, ma anche di altro si sono fatti ambasciatori quelli dell’Art Production che di recente hanno prodotto “Rovine e bellezze – Il Mezzogiorno – L’Italia di Umberto Zanotti Bianco”, un docufilm che ripercorre le più rilevanti tappe del percorso svolto dal grande meridionalista nella nostra terra, dove raggiunse risultati concreti, densi di significati culturali, umanitari e sociali dall'istruzione alla sanità, dalla cultura popolare alla cultura della memoria storica. E lo hanno fatto in pieno stile docufilm, attraverso foto e documenti d’epoca, interventi autorevoli quale quello dell’attuale presidente di Italia Nostra Marco Parini, ma anche attraverso la fiction con una sorta di intervista impossibile allo stesso Zanotti Bianco.
“Rovine e bellezze” è stato presentato lunedì pomeriggio a Catanzaro, nella sala consiliare della Provincia, alla presenza di un numeroso pubblico e di autorevoli relatori. Insieme a Giovanni Scarfò, presidente dell’Art Production, c’erano infatti il commissario straordinario della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, Maria Adele Teti, presidente di Italia Nostra Catanzaro, Helda Nagero presidente regionale della Croce Rossa Italiana e lo storico Marcello Giovanni Novello, sottotenente commissario della Cri.
La proiezione del docufilm è stata preceduta dai saluti della padrona di casa, Wanda Ferro che si è soffermata sull’importanza delle realtà associazionistiche e del loro ruolo, ed è stata seguita da una ricca serie di relazioni, che hanno visto la partecipazione anche dei presenti in sala. Tutti gli interventi, anche i più “storici” si sono soffermati sull’importanza di un lavoro quale quello della Art Production, da promuovere soprattutto nelle scuole, per fare conoscere le sfide di Zanotti: le analisi sul territorio, il problema del trasferimento degli abitanti dopo un'alluvione o un terremoto, la difesa e il risanamento del suolo, il legame tra città e campagna, tra paesi interni e litoranei, la salvaguardia dei beni culturali, la ricerca archeologica e, soprattutto, l'istruzione, la cultura e la scuola, ritenuta da Zanotti, il fondamento della rinascita del Sud.
La proiezione catanzarese è stata organizzata, inoltre in una ricorrenza particolare: il 7 giugno del 1924 – esattamente novant’anni fa - fu proprio a Catanzaro, al congresso degli educatori calabresi, che Zanotti, chiamato dal locale Provveditorato agli studi a intervenire sul tema dell’edilizia scolastica nella regione, tenne il ben noto discorso riportato in una delle ampie appendici al testo di Zanotti “Il martirio della scuola in Calabria”, edito da Vallecchi nel 1925.