Calabria verde, forestali senza stipendio da tre mesi. Flai, Fai e Uila pronti alla mobilitazione

Cosenza Attualità

Hanno preannunciato una mobilitazione Adriano Savaia, Mario Ammerata, Antonio De Gregorio della Flai Cgil, Fai Cisl e Uila. Se le organizzazioni sindacali “non saranno subito convocate dalla Regione” per risolvere le criticità dei forestali. La categoria del Cosentino non percepisce lo stipendio da tre mesi.

“Era stata annunciata come la necessaria e unica riforma possibile di quella parte della forestazione gestita dall’ex AFOR; una nuova azienda regionale che diventasse un “unicum” organizzativo di risorse umane e patrimoniali, seppur provenienti da realtà diverse; una azienda con l’obiettivo di mettere al servizio del territorio e della Calabria uno strumento efficace ed efficiente sui versanti della manutenzione del territorio, della lotta al dissesto idrogeologico, del monitoraggio e della sorveglianza idraulica”. Scrivono i sindacati in una nota stampa.

“Si raccontava di una azienda che contribuisse, finalmente, a mettere in sicurezza il devastato territorio della Calabria, una delle condizioni in mancanza della quale diventa inattuabile qualsiasi modello di sviluppo; si parlava di un’azienda pronta a decollare anche per l’assenza , ope legis, di qualsiasi forma di debito verso terzi; si vaticinano nuove assunzioni e sblocco del turn over.

E invece a distanza di oltre un anno dall’approvazione della legge istitutiva, la legge regionale 25 del 2013, e a pochi mesi dal suo reale esordio, Calabria Verde è, anche dal punto di vista finanziario, già, con l’acqua alla gola. Ne sanno qualcosa tutti i forestali e i sorveglianti idraulici dell’intera provincia di Cosenza, dal Savuto al Pollino passando dalla Sila, che, loro sì, accumulano debiti per tirare avanti, inclusi quelli per raggiungere i luoghi di lavoro con i propri mezzi e a loro spese. Al momento si sono accumulate tre mensilità e dalla Regione non arrivano notizie rassicurante per i lavoratori di Calabria Verde, né tantomenon per i dipendenti dell’Arsac”.

“Si scarica, invece, sui vincoli del Patto di stabilità, come se, quest’ultimo, fosse un elemento variabile intervenuto a sorpresa negli ultimi giorni. Per dirla tutta, a noi pare un po’ come la foglia di fico dietro la quale, la Regione nasconde l’incapacità di programmare, selezionare e, addirittura, recuperare quote di spesa segnate da aloni di illegittimità e incostituzionalità”. Ma lungi dal volerci ergere a giuristi, la qual cosa spetta, invece, come obbligo agli organi dello Stato e della Regione, ci preme sottolineare che qualora