Infocontact, Di Giorgio: “A rischio 1500 posti di lavoro”

Catanzaro Attualità

Riceviamo e pubblichiamo una lettera a firma di Giovanni Di Giorgio relativa alla vertenza Infocontact e sul rischio di 1500 licenziamenti.

“La denuncia arriva direttamente dalla sede dell’Infocontact di Lamezia Terme, dove oltre 1.500 lavoratori vedono a rischio il proprio posto di lavoro.

La “bomba” è scoppiata il 23 dicembre del 2013 con un comunicato, infisso in un’anonima bacheca aziendale, nella quale si rendeva noto che la commessa “155 Mobile” non era stata rinnovata dall’operatore Wind e che quindi erano a rischio 272 posti di lavoro, esclusi naturalmente impiegati a tempo determinato i quali si sono visti rinnovare il contratto per anni e che un bel giorno si sono ritrovati in mezzo ad una strada. Il tutto mentre gli uffici dirigenziali chiudevano per ferie per le meritate vacanze natalizie!

Da quella data un lungo rincorrersi di voci e di supposizioni, più o meno fondate, di “sfilate” dei nostri cari vecchi politici lametini che quando si tratta di pavoneggiare sono sempre i primi ed invece quando si tratta di entrare nel cuore del problema sono sempre i primi a sparire! Fino al fatidico 8 gennaio in cui finalmente la classe dirigente dell’Infocontact si è comodamente decisa a sedersi ad un tavolo per chiarire l’accaduto e trattare la questione con i sindacati. Dall’incontro è emerso che l’azienda ha un buco di svariati milioni di euro in termini di contributi fiscali e, dopo lunghi giorni di trattative e mille peripezie e proposte definite dagli stessi sindacati come “oscene”, tra le Parti si è raggiunto l’accordo di richiedere Contratti di Solidarietà aventi ad oggetto la diminuzione dell’orario di lavoro al fine di mantenere l’occupazione e quindi evitare la riduzione del personale e, contestualmente, incentivare eventuali richieste di esodi volontari garantendo comunque la possibilità di ricevere mensilmente l’assegno di disoccupazione per il tempo previsto dalla legge. Inutile dire che la percentuale maggiore di solidarietà è stata applicata ai consulenti di livello 3 i quali si sono visti ridurre lo stipendio del 29% nonostante fossero il motore trainante dell’azienda; da aggiungere che molti degli esodati sono ancora in attesa non solo dell’incentivo promessogli nell’accordo, ma anche del TFR maturato in anni di lavoro e addirittura dell’assegno di disoccupazione che pare l’Inps non voglia riconoscergli per un problema di forma nel licenziamento!

Dal primo di febbraio ad oggi un apparente stato di calma ha regnato sovrano; periodo in cui però le incertezze, i timori e le speranze di ogni singolo lavoratore venivano alimentate da milioni di voci incontrollate, di riunioni, di assemblee sindacali, le quali davano comunque sempre risultati e informazioni discordanti l’una dall’altra; tutti dicevano tutto e nulla, un caos totale nel quale però è stata data e/o accettata, dipende dai punti di vista, la speranza: l’interesse dimostrato per l’acquisto dell’Infocontact da parte di imprenditori e aziende varie.

Fino alla fine del mese di giugno comunque si è andati avanti, gli stipendi sono arrivati, le aziende interessate all’acquisto si sono susseguite e rinnovate quasi giornalmente così come la speranza e lo spirito di ogni singolo lavoratore che, nonostante i lunghi silenzi dell’azienda, ha sempre profuso, dati alla mano, professionalità oltre ogni più logica spiegazione; in ogni caso si era sempre in attesa di uno speranzoso giudizio positivo, previsto per il 29 luglio, da parte del Tribunale di Lamezia Terme inerente la proposta di concordato presentata dall’Infocontact.

Nella prima settimana di luglio circolavano voci di dimissioni di alcuni dirigenti Infocontact, il che aveva fatto presagire, nella mente di molti dipendenti, la chiusura delle trattative con qualche fantomatica azienda acquisitrice che avesse posto, come condizione assolutamente comprensibile e condividibile visto i risultati fin qui ottenuti, l’allontanamento della classe dirigente attuale. Ed invece ecco che scoppia la seconda bomba: in data 10 luglio, data che avrebbe dovuto coincidere diabolicamente con l’accredito dello stipendio di giugno, viene pubblicato un comunicato aziendale nel quale viene spiegato ai lavoratori che il Tribunale di Lamezia Terme aveva emesso, non è dato sapere con quali tempistiche, un’ordinanza che bloccava lo stipendio versato per il mese marzo 2014 in quanto doveva rientrare nella gestione e competenze del Giudice delegato annullando di fatto il pagamento delle competenze lavorative del suddetto periodo. L’azienda quindi non aveva più titolo per l’erogazione degli accrediti per cui dichiarava che la mensilità di giugno è da considerarsi pagata anticipatamente al 10 di aprile. Per onor di cronaca la comunicazione continua col dire che l’azienda, al fine di andare incontro a tutto il personale, ha proposto un pagamento anticipato del 50% del mese di luglio da versare entro il 15 luglio ed il restante 50% entro il 15 di agosto, tradotto in numeri un fulltime prenderà per 2 mesi circa 450/500 € al mese mentre un partime circa 250/300 € ed il tutto mentre gli uffici dirigenziali latitano degli addetti ai lavori. Magari vorrebbero pure ringraziati per la magnanimità profusa? E se il 29 luglio il Giudice, visto il precedente, decidesse di non accettare il concordato? Non è dato sapere se e quando verranno recuperate le competenze di marzo 2014!

L’urlo che si alza tra tutti i dipendenti dell’Infocontact adesso è uno solo: vergogna!

I lavoratori chiedono e meritano rispetto. Queste persone, donne, uomini, padri, madri, giovani coppie con mutui da pagare, finanziarie, ora dicono BASTA! Non hanno bisogno ne dei “contentini” ne dell’elemosina, hanno bisogno di risposte, di certezze, di presenza fisica di chi fino ad ora ha amministrato e che ora invece continua a nascondersi. In anni di onesto lavoro hanno portato l’Infocontact tra i primissimi posti Europei nel settore delle Telecomunicazioni per la qualità del servizio fornito. Tutti si sentono traditi e trattati come pedine dei giochi di società tra l’azienda, i Sindacati ed anche dall’Ente, appunto il Tribunale, che avrebbe dovuto tutelarli e che invece li ha ulteriormente danneggiati; che provassero loro a vivere con 4/500 € mensili invece di villeggiare nei Residence a 5 stelle con i loro faraonici conti in banca!

Troppo facile buttare la pietra e scappar via, ognuno deve prendersi le responsabilità delle proprie azioni e dei propri comportamenti.

Le istituzioni latitano e questi onesti “manovali” ancora oggi si prodigano nel loro operato, come se fosse il primo giorno, nella speranza di mantenere il loro proprio “misero” posto di lavoro che nel contesto attuale Nazionale sembra essere come il migliore del mondo”.

Giovanni Di Giorgio


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