Calabria Pride, questa sera Focus sui migranti
A pochi giorni dalla sentenza che ha di fatto vanificato le denunce dell'imprenditore Tiberio Bentivoglio anche nei confronti di don Nuccio Cannizzaro, si è il 16 luglio, a Reggio Calabria presso il Museo dello Strumento Musicale il secondo focus pre-pride "'Ndrangheta, schiavitù e omosessualità" organizzato dal Coordinamento Calabria Pride, Libera - associazione nomi e numeri contro le mafie e l'associazione da Sud”.
Apre l'incontro Mariarosaria Petrasso, giornalista e tesoriera di Eos Arcigay Cosenza che spiega l'attinenza tra mafie e questione omosessuale. Entrambe, infatti, sono ammantate da un velo di omertà e, rifacendosi al commento di Vito Teti sui recenti fatti di Oppido Mamertina, la tesoriera sottolinea il ritardo di questo primo gay pride calabrese che arriva vent' anni dopo il primo pride di Roma e la necessità di una presa di posizione della comunità omosessuale e non solo.
Perché questo pride calabrese, come ricorda Lucio Dattola presidente di Arcigay I due Mari di Reggio Calabria, è stato concepito come una rivendicazione dei diritti di tutti coloro che ancora sono in attesa di un riconoscimento della loro pari dignità sociale.
È Laura Triumbari, dell' associazione da Sud, che entra nel merito del compito della lotta alla mafia: sono l'erosione del welfare e la perdita di controllo dei territori da parte dello Stato a favorire l' inserimento delle associazioni mafiose in questi vuoti di potere. Triumbari ricorda il ruolo non secondario delle donne all' interno dei clan mafiosi, argomento ripreso anche da Ercole Giap Parini docente di Sociologia all' Università della Calabria e membro del coordinamento di Libera Cosenza. Parini inoltre, parla delle signorie territoriali esercitate della mafie sui territori, più efficaci e pervasive di un semplice controllo e l'aspetto del "machismo" all' interno delle organizzazioni mafiose che di fatto ricalca lo stigma discriminatorio e riconduce tutto in una normalizzazione che, per un sociologo, è un concetto dai confini molto labili. Proprio come è successo con le donne mafiose, continua il sociologo, che sempre di più decidono di interrompere la loro esperienza malavitosa e denunciare, anche grazie alla crescita della consapevolezza sociale dei diritti e dei processi di emancipazione, rafforzare il riconoscimento dei diritti può portare all'emersione degli omosessuali stessi nella criminalità organizzata e quindi all'opposizione interna di un sistema che li opprime perché immancabilmente sessista.
L' altro importante filo conduttore che lega l'antimafia e il riconoscimento dei diritti omosessuali è ovviamente la questione dei diritti costituzionali. Il gay pride, che si celebrerà a Reggio Calabria il 19 luglio prossimo, è ovviamente una manifestazione che chiede il riconoscimento del diritto al matrimonio e all' adozione per le coppie omosessuali.
A tal proposito, Donatella Loprieno docente di diritto costituzionale all'Università della Calabria e anche lei membro del coordinamento cosentina di Libera, racconta la storia dei coniugi Bernaroli e la sentenza della Corte Costituzionale che, in seguito al cambio di sesso di uno dei due, con la sentenza 170 del 2014 sembra aver fatto un passo indietro quanto alla tenuta costituzionale del matrimonio omosessuale in quanto ha confermato che i due, secondo la normativa vigente, dovrebbero divorziare pur continuando ad amarsi. La Corte rimanda comunque al Parlamento il compito di colmare il vuoto legislativo che, come sottolinea Loprieno, vede l'Italia nel fanalino di coda degli Stati per quanto riguarda la salvaguardia dei diritti delle persone omosessuali.
In un contesto democratico tutti devono poter esprimere sé stessi in condizione di libertà senza paura e questo è un altro elemento che lega chi resiste alla mafia e chi si batte per i diritti LGBT.
Conclude gli interventi Mimmo Nasone, coordinatore regionale di Libera che inizia il suo intervento puntando il dito contro una parte della chiesa cattolica, che dovrebbe occuparsi delle questioni spirituali dei proprio fedeli e invece spesso si allarga anche al resto della comunità civile e risulta ancora inefficace nelle sue posizioni contro le mafie, nonostante la recente scomunica ai mafiosi di papa Francesco lanciata dal palco di Cassano allo Ionio. Nasone racconta la sua esperienza al gruppo Abele, quanto le persone incontrate sotto il tetto di don Ciotti abbiano profondamente modificato il suo percorso di vita e il suo approccio alle questioni omosessuali e auspica che la Chiesa possa finalmente aprirsi a tutti, senza creare più pericolose e dolorose fratture all' interno delle comunità.
Ricordiamo che stasera si prosegue con il Focus sulle Migrazioni, evento patrocinato dall’UNAR, inizierà con un percorso sensoriale sulle Migrazioni, da e verso l’Italia, sia LGBT che non a cura della Croce Rossa Italiana. Interverranno: per la Croce Rossa Antonio Frulio, il FIDEM – Festival delle Idee Euro-Mediterranee Silvio Nocera, la LIDU Maria Antonia Belgio, l’UNAR Cristiana Russo, i sindaci di Gioiosa Jonica e di Riace, Antonio La Rosa, ex assessore provinciale alla cultura e operatore SPRAR, Giovanni Maiolo Coordinatore SPRAR di Gioiosa. Modera: Vanni Piccolo
Durante la serata verranno proiettati alcuni spezzoni del docu-film Silent Stories (BE 2010) di Catherine Vuylsteke e Hanne Phypo, che racconta storie di 4 migranti. Nel pomeriggio attività di coscientizzazione con il Teatro dell’Oppresso a cura di Ciccio Tedesco.
Il secondo momento sarà dedicato al tema "Omoaffettività, Famiglia e Cinema" con il film "Fuoristrada" di Elisa Amoruso (2014 - 70 min). Alle 21.30 presso il lido Pepy's - Reggio Calabria. Presenta il film Fabio Mollo.