Porto Gioia Tauro: Cisl, senza Zes cattedrale nel deserto
Il porto di Gioia Tauro, circa 20 anni dopo il varo delle attività marittime, rimane inopinatamente una cattedrale nel deserto.
La mega struttura gioiese ha sempre il fiato corto soprattutto per quanto concerne le attività inerenti il c.d. "retro - porto", presenti invece in pianta stabile e con numeri "pesanti" presso tante altre strutture portuali nazionali ed internazionali. E' quanto fanno rilevare Paolo Tramonti, segretario generale della Cisl calabrese, Domenico Serranò, segretariod ella Cisl reggina e Annibale Fiorenza, segretario generale della Fit- Cisl Calabria. "Ciò che altrove ha innescato (e continua a farlo) il circolo virtuoso, nella punta dello Stivale - fanno rilevare - è ancora "tabù". Promesse, impegni, da ogni dove e colore politico, in modo particolare alla vigilia delle diverse tornate elettorali, scritti purtroppo sulla sabbia. La mancata attuazione del polo logistico in base all'Accordo Quadro del 28.10.2010 docet! Con gravi conseguenze sotto l'aspetto occupazionale come puntualmente testimoniano i vari indicatori socio economici locali ed internazionali inerenti lo Stivale d'Italia. Lo scenario ipotizzato di recente dalla Casa dei calabresi, attraverso il varo della ZES (zona economica speciale), può, nell'ambito di un progetto piu' ampio che contempli anche il gateway ferroviario, l'abbattimento degli oneri sociali, le esose tasse di ancoraggio, determinare il tanto atteso cambio di passo. Alle Autorità competenti, nella fattispecie Governo e Parlamento nazionali, - scrive la cIsl - chiediamo di perorare fino in fondo questa valida e nobile causa, atteso che, come ha sottolineato il presidente f.f. Antonella Stasi "l'istituzione della ZES, è interamente finanziata con fondi della Regione, quindi a costo zero per il Governo"".