Sinistra Euromediterranea, “Una proposta di governo per la Calabria anche con il Movimento 5 Stelle"
“Le scelte del PD e di Renzi stanno portando al naufragio definitivo l’idea stessa di “ Centro Sinistra”, anche al netto del tira e molla tattico delle parti. Le minacce di qualche giorno fa dell’on. Carbone non erano un’uscita estemporanea e non erano mirate solo alla Calabria, dove la situazione si complica ancora di più e Gianni Speranza, personalità di riconosciute qualità, capacità, onestà politica e culturale, rischia di essere stritolato in un gioco interno al PD, privo di qualsiasi prospettiva politica di cambiamento ed ancoraggio a contenuti realmente di “sinistra” . E’ quanto afferma in una nota la Sinistra euromediterranea.
“Sul terreno squisitamente elettorale nella nostra Regione, allo stato attuale delle cose, non si intravedono dunque soluzioni capaci di mutare a breve il segno di politiche, metodi di governo e di gestione che l’hanno portata in un baratro dal quale è sempre più arduo risalire. A meno che – in questa direzione sembra andare anche la recente presa di posizione del Prc Calabria - non entri con forza sulla scena una “diversa” proposta politica e di governo, dall’incontro di movimenti ed associazioni, singole personalità ed anche partiti o frazioni di partiti che in questi anni sono stati protagonisti di lotte coerenti contro il cancro del trasversalismo ed il malaffare nella nostra regione. In questo caso cosa farebbe il Movimento 5 Stelle? Si sottrarrebbe alla responsabilità di costruire un polo alternativo capace di mettere insieme il meglio della cultura critica della regione e di operare una frattura radicale con il consociativismo deteriore che domina le istituzioni ed il governo regionale? Anche a loro è lanciata la sfida”.
“Per noi, due sono i punti da cui partire per provare ad invertire la rotta. Uno di merito: salario di cittadinanza e piano del lavoro per aggredire la piaga della disoccupazione, giovanile in primo luogo, rompere la sudditanza clientelare e aprire la strada alla riconquista della dignità e dell’autonomia da parte di migliaia di giovani costretti nella condizione umiliante della disoccupazione o del lavoro servile. L’altro di metodo: la costruzione di un sistema che, superato l’obbrobrio della legge elettorale fatta ad hoc in zona cesarini per guadagnare tempo e lucrare prebende, incroci democrazia rappresentativa e partecipazione per rompere con i trasversalismi oscuri che hanno dato vita ad una casta bipartisan chiusa, lontana dai bisogni e dai diritti dei cittadini e delle popolazioni, fondata sulla “concessione clientelare”, operante solo nei confronti dei sudditi osservanti ed ossequienti”.
“Questi due nodi non si sciolgono con dispute nominalistiche, contrapposizioni generazionali e fascino dei candidati. Richiedono uno straordinario, collettivo impegno in grado di utilizzare tutte le risorse disponibili in modo mirato e di recuperarne altre aggiuntive, in un contesto nazionale ed europeo fondato ancora sulle politiche di austerità capaci solo di generare devastazioni economiche e sociali. Il PD ed i suoi candidati alle primarie avrebbero qualche chance di invertire la rotta? Nei fatti, quand’anche lo volessero, capitani di lungo corso o atletici e stilosi velocisti renziani dell’ultima ora che fossero, non sarebbero in grado neanche di provarci”.
“Le due grandi questioni che abbiamo posto, per essere trasformate in obiettivi concreti di governo, vanno raccordate con i temi più stringenti di una futura agenda programmatica: welfare, educazione, salute, mutualità, alta formazione e ricerca, trasporti, zone interne, beni comuni, ambiente e territorio, sistema agricolo e industriale, accoglienza e vocazione mediterranea della Regione, cooperazione”.
“A tal fine, entro il mese di settembre, costruiremo un seminario aperto, partendo dalla elaborazione prodotta negli ultimi anni da una miriade di soggetti che fino ai primi anni di questo nuovo secolo aveva trovato nella rivista Ora Locale, del mai abbastanza compianto Mario Alcaro, e nelle numerose iniziative promosse da tutto il mondo (Università, Centri di Ricerca, Sindacati,associazioni studentesche, giovanili e politico-culturali, istituzioni locali, stampa critica) che intorno ad essa si muoveva e in essa trovava il punto di coagulo. Non partiamo da zero. Ma abbiamo bisogno per costruire una proposta seriamente credibile, di una messa punto collettiva che attualizzi, coordini e renda comprensibili,attendibili e mobilitanti, una serie di idee e proposte da tempo separatamente in campo. Questo è il solo terreno su cui vale la pena impegnarsi e costruire alleanze per il cambiamento!”.