Il Pd, i “venti romani”, i “rottamatori” e i “vecchi burattinai”

Calabria Politica

Diciamocelo: l'eredità che attende il futuro Presidente della Regione, è tutt'altro che facile e accattivante. Non tanto per quello che l'Amministrazione Scopelliti lascerà in dote al suo successore quanto, piuttosto, per le enormi e legittime aspettative dei calabresi chiamati alle urne, dapprima in occasione delle Primarie del PD e, successivamente, in novembre, per eleggere appunto il nuovo Governatore. Sin qui stiamo nelle cose della politica e anche nei programmi.

Cose e programmi che, però, cambiano e anche molto repentinamente. Cambiano perché, ogni tanto, i venti mutano direzione; spesso quando meno te l'aspetti. Non esiste in politica, infatti, una “legge” scritta che assicuri di vincere grazie ad una “carta d'identità” e a prescindere dall'età; come non esiste una regola che stabilisca a priori che i venti “romani” soffino più forte dei quelli calabresi. E rottamare, verbo di questi tempi abusato e inflazionato, non è sinonimo di vittoria certa. L’esperienza, d’altronde, insegna come - e a volte - possa rendere di più una “macchina usata” (dunque già rodata oltre che funzionale) piuttosto che una nuova di zecca e magari con qualche “difetto di fabbrica”.

Questione di punti di vista: di persone, di eventi e di … “venti”. Facile, troppo facile e riduttivo consegnare alla gente i soliti sermoncini da parrocchia, detti e ripetuti mille volte: “occorre un rinnovamento, una rottura col passato”; o, ancora: “bisogna affrontare le emergenze che affliggono la nostra regione”… e l'elenco, lunghissimo, ce lo evitiamo. Per tatto e per buon senso. Ci chiediamo però che senso abbia essere giovani fuori quando si è vecchi “dentro”, non solo biologicamente. E se in un teatro di burattini, piccole marionette sono animate da un vecchio burattinaio allora di che rinnovamento stiamo parlando?

Francesco Biafora