Clan Ursino. Traffico di droga, Scatta la confisca per i beni di Vincenzo Bruzzese
Un decreto di confisca di beni immobili, mobili e rapporti finanziari - emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria – è stato eseguito ieri dai carabinieri di Roccella Jonica nei confronti di Vincenzo Bruzzese, pregiudicato 47enne di Gioiosa Jonica considerato legato alla nota famiglia di ‘ndrangheta degli “Ursino”. Bruzzese attualmente è detenuto nella casa circondariale di Siracusa accusato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
In particolare, i beni confiscati, che ammontano a un valore complessivo di circa 350 mila euro erano stati sequestrati il 13 luglio del 2012, e composti da un appartamento in località Grotteria Mare (RC), intestato alla madre dell’uomo; una villa a tre piani in località “Bernagallo” di Gioiosa Jonica, intestata sempre alla madre; un fabbricato di 48 mq costruito abusivamente su un’area di pertinenza dell’immobile precedente; una Bmw serie 3, intestata alla moglie; un conto corrente bancario intestato sempre alla coniuge, presso una banca di Roccella Jonica, con un saldo all’atto del sequestro di poco più di 9.000 euro. Con lo stesso decreto, Bruzzese è stato sottoposto, per 3 anni, alla Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza con l’obbligo di soggiorno. Considerando che è già in carcere, l’esecuzione del provvedimento è stata sospesa ed inizierà all’atto della scarcerazione.
Il provvedimento è stato adottato in base alle leggi antimafia che prevedono, appunto, la confisca dei beni sottoposti a sequestro per cui il titolare non possa dimostrare “la legittima provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulti essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito, dichiarato ai fini delle imposte sul reddito, o alla propria attività economica, nonché dei beni che risultino essere frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego”.
Il decreto di sequestro prima e della definitiva confisca traggono origine da un’articolata indagine patrimoniale sviluppata dai Carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica nel 2011. I militari, esaminando attentamente il patrimonio di Bruzzese, già coinvolto in diverse inchieste dell’Arma (l’operazione “Tsunami 2”, “Tsunami 3”, l’operazione “Black & White” e “Crimine 3”), avrebbero accertato che i beni potevano costituire il reimpiego dei profitti di attività criminose, ed avrebbero evidenziato anche una netta sproporzione tra quanto ufficialmente dichiarato dallo stesso e il patrimonio nella disponibilità della famiglia.