Capocasale scrive al ministro Lorenzin: “In Calabria il diritto alla salute è negato”

Crotone Salute
Giovanni Capocasale

Il bene salute è un “valore primario” dell’ordinamento costituzionale, eppure in Calabria è un diritto difficile da ottenere per i cittadini”. E’ quanto afferma Giovanni Capocasale, pediatra crotonese e presidente dell’associazione “Crotone da vivere”.

L’articolo 32 della nostra amata Costituzione sancisce il diritto alla cura, alla salute, ma di questo diritto i calabresi non ne hanno ancora goduto negli ultimi anni. La Sanità nella nostra regione merita di essere garantita con la giusta assistenza con presidi ospedalieri e territoriali nuovi e adeguati, non come avviene adesso. Secondo i dati del Programma nazionale esiti 2014 di Agenas (Agenzia per i servizi sanitari regionali) e Ministero della Salute, diffusi proprio di recente, la Calabria si trova in fondo alla classifica quanto a qualità delle cure.

“La Calabria ha totalizzato una percentuale di indicatori sotto la media nazionale del 23% insieme alla Puglia. Peggio di noi solo la Campania con una percentuale di indicatori sotto la media nazionale del 24%. Una situazione già grave, quella della sanità calabrese, affossata ancora di più dal Piano di rientro, che ha solo tagliato e azzoppato senza contribuire a migliorare lo stato delle cose. Il risultato di questa politica dissennata sta tutto sulle spalle dei calabresi, lasciati soli a fronteggiare le emergenze sanitarie, piccole o grandi che siano, nel loro quotidiano, con costi che fanno lievitare i bilanci delle famiglie e del sistema sanitario locale.

Caro Ministro, dalla Calabria si fugge, non solo in cerca di lavoro, ma sempre più spesso per farsi curare meglio. E non perché nella nostra regione manchino competenze e professionalità, ma è un problema strutturale, quello sanitario, un colabrodo che fa acqua da tutte le parti, e che soprattutto non da' risposte necessarie ai cittadini.

Un esempio su tutti: il "caso Crotone". Una città che vive un paradosso latente, calpestata due volte nel suo destino. I cittadini pagano qui uno scotto doppio in materia di salute ; a Crotone, ne avrà sentito parlare, terra, acqua e mare sono stati avvelenati dall'industria, che ha lasciato una ferita indelebile su questo territorio. Crotone è "area Sin", è in corso una bonifica attesa da più di 10 anni. A Crotone si muore ogni giorno di tumore. Non c'è famiglia che non sia stata toccata dal cancro. Sono soprattutto giovani, donne e bambini. L'incidenza tumorale in questa città è altissima, una delle più alte in Calabria e Italia. Eppure, non esiste un registro tumori che tenga costantemente il polso della gravità di questa situazione. E come se non bastasse i malati oncologici crotonesi non hanno possibilità di curarsi nella loro città. Per la chirurgia oncologica e per la radioterapia bisogna spostarsi altrove, con costi, in termini di viaggio e visite, che pesano soltanto sulle famiglie.

Il paradosso che si vive a Crotone, caro Ministro Lorenzin, è solo la punta di un iceberg. Ogni realtà calabrese ha le sue criticità paradossali, segno che la programmazione della rete sanitaria locale per tutti questi anni è stata frutto di una politica che ha risposto ad altre logiche. Per questo i crotonesi meritano un polo sanitario importante, da creare e sostenere, in quanto vivono anche il problema dell'isolamento geografico, per la mancanza di infrastrutture viarie veloci.

“Così come serve incentivare strutture sanitarie territoriali di primo e secondo livello per le aree interne delle province, formate da pool di professionisti sanitari con diverse specialità . E' necessari incentivare la rete di trasporto sanitario non solo in urgenza ed emergenza. Le strutture periferiche ospedaliere non possono più reggere ed offrire qualità ai pazienti per mancanza di personale sanitario medico.

In particolare il turnover bloccato per nuove assunzioni non permette di offrire quelle nuove professionalità che il territorio ha tanta necessità di avere. Esigenza anche da Lei esternata per un pronto intervento per il sistema sanitario calabrese.

“Ma per meglio comprendere la sanità in Calabria, anche se da Lei perfettamente conosciuta e studiata, Le rivolgo un invito: venga a vedere che cosa sta succedendo nei nostri ospedali, venga ad ascoltare le proteste dei nostri cittadini, in fila in code interminabili agli sportelli di prenotazione per la mammografia. Venga a vedere di persona il senso di frustrazione e di rabbia di genitori che si vedono negare risposte ai bisogni dei loro figli. Venga a constatare il senso di vasto e profondo disagio che attraversa le nostre corsie, perché è necessario sperimentarlo di persona per comprenderlo veramente. Venga a incontrare i malati e a parlare con i medici e il personale sanitario calabrese e crotonese.

“La aspettiamo, signor Ministro. E, soprattutto, l'aspettiamo con fiducia per avere oltre che risposte anche interventi certi per migliorare la qualità della vita in un territorio come quello di Crotone isolato, oltre che dalla mancanza di infrastrutture di comunicazione, anche da una rete sanitaria non efficiente”.