Corso in onoterapia: ritorna al vecchio borgo Eugenio Milonis
Alla Comunità terapeutica “Vecchio Borgo” di contrada Ciosso c’è grande attesa tra i numerosi partecipanti al corso di formazione di pedagogia speciale in onoterapia per il ritorno del guru nazionale in questo settore di studio e ricerca, il prof. Eugenio Milonis , che occuperà l’intero penultimo modulo seminariale che si svolgerà sabato 22 novembre.
Il corso si concluderà nel mese di dicembre con la consegna degli attestati ai corsisti nell’ambito di una apposita cerimonia concertata con gli enti patrocinanti.Milonis è psicoterapeuta, psicologo analista esperto in psicodinamica di gruppo. Ha svolto dal 1970 attività di formazione e aggiornamento per insegnanti e presidi su incarico del Ministero della P.I. . Ha creato nel 1994 il Centro di Onoterapia dell’Associazione Sinergie – Asinomania , dal 1999 è responsabile dei corsi di formazione per operatori in attività di mediazione con l’asino.
È presidente del Consorzio Nazionale Allevasini.L’intero percorso sperimentale di formazione, iniziato in aprile e affidato alla direzione scientifica e didattica del Prof. Petronio, si svolge d’intesa con l’Istituto Superiore Universitario di Scienze Psicopedagogiche e Sociali IPU – Progetto Uomo- di Viterbo, con l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria e con il patrocinio della Fondazione della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania di Cosenza. e si concluderà nel mese di dicembre con la consegna degli attestati ai corsisti nel corso di una apposita cerimonia concertata con gli enti patrocinanti.
Milonis questa volta si occuperà delle “prospettive di impresa e sviluppo industriale nel settore connesso alle attività di allevamento e di onoterapia”. Oggi il settore agricolo è un ambito professionale che sta assumendo un volto sempre più innovativo e multifunzionale, capace in alcuni casi di proporre una risposta realistica all’attuale crisi dei mercati, attraverso l’offerta di una molteplicità di prodotti che arricchiscono l’offerta tradizionale e soprattutto la proposta di servizi alla collettività che rendono il mondo agricolo una vera palestra di innovazione sul territorio. Un ambito di recente e interessante sviluppo è quello dell’agricoltura sociale che vede la collaborazione tra le imprese agricole e il mondo della cooperazione sociale, delle associazioni e delle istituzioni.
Nello specifico, per agricoltura sociale si intende “un insieme di attività che impiega le risorse dell’agricoltura e della zootecnica, la presenza di piccoli gruppi, famigliari e non, che operano nelle aziende agricole, per promuovere azioni terapeutiche, di abilitazione, di capacitazione, di inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana e di educazione”.Pertanto, non si possono non fare alcune riflessioni sulla necessità di una approfondita analisi dell’agricoltura sociale ,vero rifugio di valori antichi e attualissimi.
Sostenibile, etico, locale, solidale. Il futuro del mondo agricolo ,soprattutto in Calabria, non può tradire le orme rappresentative del proprio passato. Da sempre la più vera e nobile cultura della terra ottimizza le proprie risorse coniugando il senso del lavoro e del tempo con quello del capitale sociale e della vita.La campagna, ancorché penalizzata da una politica globalizzata, incarna ancora il più antico e moderno esempio di equilibrio naturale. Resta quel terreno particolare e proficuo per la cura dei valori immateriali quali le interrelazioni tra uomo e natura, la coltivazione di stili di vita incontaminati, la salvaguardia di tradizioni, la valorizzazione di patrimoni culturali.
Va recuperato, perciò, il valore comunitario e solidale dell’agricoltura sociale, dell’utilizzo delle attività agricole come base per promuovere salute mentale e fisica e migliorare le qualità di diverse tipologie di utenti. In una concezione sempre più vasta ed articolata, l’agricoltura sociale si caratterizza per l’uso di elementi produttivi dell’impresa agricola anche per garantire servizi alla persona, dagli asili alle fattorie didattiche,dal turismo verde ai servizi di reinserimento sociale attraverso il lavoro per soggetti in difficoltà.
“Credo – conclude il prof. Leone- che su questo terreno sta sopravanzando fortunatamente una nuova generazione di giovani che mostra di avere capito dove ci ha portato la finta modernizzazione agricola canalizzata su binari sempre più fuori controllo, da una offerta prettamente commerciale,relegata a processi di integrazione del sistema agroalimentare che rappresentano forme di dipendenza e di decadimento. Una agricoltura,insomma finalizzata a logiche di profitto.
Le esperienze più recenti come i metodi di produzione biologica,biodinamica e a basso impatto ambientale, i canali di vendita a filiera corta o a chilometro zero, i Gas ,i Gruppi di ascolto solidale, insomma, questa “filosofia”sociale di fondo ci fa ben sperare e costituisce un elemento di forza nella progettazione di una offerta di servizi sociali alla persona. Alla comunità terapeutica Vecchio Borgo - conclude Guido Leone - questa scommessa stiamo provando a vincerla”.