Onoterapia: sabato quinto appuntamento con il corso di formazione
I ragli degli asini rompono ogni mattina la tranquilla e agreste atmosfera della vallata del Valanidi. Proprì lì, in contrada Ciosso, dove insiste la Comunità terapeutica Vecchio Borgo, lanciano i loro vibranti richiami. Rimandano a una dimensione di vitalità e di possibilità, colte ormai da tanti, che in Italia e all’estero stanno dando vita a sempre più numerosi centri che praticano l'onoterapia, cioè l'attività terapeutica con l’asino.
A volte anche solo la parola "asino" ha il potere di evocare qualcosa di profondamente familiare. L'asino, inoltre, con la sua istintiva inclinazione alla relazione, rappresenta una risorsa preziosa per chi vive gli spazi e i tempi della cura. Il quinto modulo seminariale, che avrà luogo nell’intera giornata di sabato 28 giugno, è centrato sugli “Elementi di teoria della Pet Therapy”.
Il corso si articola in varie sessioni che termineranno nel prossimo mese di ottobre ed è stato organizzato dall’Associazione William Latella-C.T. Vecchio Borgo, d’intesa con l’Istituto Superiore Universitario di Scienze Psicopedagogiche e Sociali IPU – Progetto Uomo- di Viterbo, con l’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria e con il patrocinio della Fondazione della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania di Cosenza. Ad intrattenere i numerosi corsisti nella scoperta di questa pratica innovativa e sorprendente sarà Patrizia Reinger Cantiello, nota sulla scena nazionale ed internazionale per la grande competenza in ambito onoterapeutico, da diversi anni impegnata nella cura delle patologie psichiatriche presso il San Giovanni di Dio del Fatebenefratelli di Roma.
“Si tratta di un approccio relazionale fondato sul contatto con l’alterità –spiega l’esperta- un metodo trasversale per arrivare a se stessi tramite la conoscenza dell’altro”. Una pratica ad oggi diffusa soprattutto in Svizzera, Francia e Stati Uniti , attiva solo in un esiguo numero di Centri di Riabilitazione italiani.
Il percorso con l’asino è centrato sull’attenzione;induce a recuperare il senso del reale, stimola la capacità di percepire, di sentire, di essere in contatto con i propri sentimenti e di saperli esprimere, favorisce un rapporto di comunicazione con un altro essere vivente e aiuta a sentire il proprio corpo”. Così scrive la Reinger nel suo libro “L’asino che cura” , mentre fra i corsisti cresce l’attesa per un’altra brillante esperienza formativa dopo l’ultima avuta con lo psicoterapeuta Eugenio Milonis.