Mafia a Roma: riesame, Rotolo e Ruggiero legati alla ‘ndrangheta
"Sono soggetti pericolosi per la collettività e da sempre gravitanti nell'ambito di organizzazioni criminali organizzate". È quanto sostengono i giudici del tribunale del riesame di Roma nelle motivazioni con cui hanno confermato l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip nei confronti di Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, finiti in carcere il 9 dicembre scorso per associazione di stampo mafioso nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale.
Nel provvedimento di oltre 40 pagine, il collegio giudicante, presieduto da Bruno Azzolini, ricostruisce la storia criminale dei due calabresi (originari di Gioia Tauro) che la procura di Roma ritiene essere l'anello di congiunzione tra il clan 'ndranghetista dei Mancuso di Limbadi e l'organizzazione che nella capitale faceva capo all'ex Nar Massimo Carminati e al responsabile di alcune cooperative, Salvatore Buzzi. A proposito di Ruggiero il tribunale scrive che "sin dagli anni '90 aveva frequentazioni con elementi di spicco della 'ndrangheta calabrese e, in particolare, con Girolamo Molè detto 'U Gangiu', già coinvolto in vari procedimenti per droga e associazione mafiosa, mentre Rotolo "risulta strettamente collegato, e non solo per ragioni di parentela, con il clan Piromalli".
Per il riesame, "entrambi gli indagati, una volta trasferitisi a Roma, non hanno evidentemente perduto i contatti con la criminalità organizzata calabrese tanto da avere accettato l'incarico da parte di Buzzi di prendere contatto con la cosca Mancuso di Limbadi". I due, secondo i magistrati romani, non solo dispongono di armi ma hanno anche "assunto il crimine come scelta di vita dimostrando una pervicace determinazione nel delinquere". (AGI)
h 15:51 | L'ex militante dei Nar, Massimo Carminati, "è da anni in affari con il clan Mancuso di Limbadi". Il tribunale del riesame di Roma, nel confermare il carcere per Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, i calabresi di Gioia Tauro indicati dalla procura come il tramite tra il clan 'ndranghetista e Salvatore Buzzi, presidente della Cooperativa '29 giugno', fa proprio un passo dell'informativa dei carabinieri del Ros che attribuiscono a Carminati un ruolo decisivo nella costituzione della 'Santo Stefano - onlus', destinata a gestire l'appalto per la pulizia del mercato Esquilino, "a conferma del rapporto tra l'associazione mafiosa romana e il clan Mancuso che aveva gia' portato a proficui affari in Calabria".
Rotolo e Ruggiero - scrivono i giudici - "nella veste di referenti della cosca Piromalli, risultano essere stati accreditati, su richiesta di Buzzi, presso la famiglia Mancuso la quale indica come proprio referente per le attivita' a Roma l'imprenditore Giovanni Campenni'". E stando al riesame, "l'accordo per i nuovi affari nella Capitale dell'associazione calabrese legata ai Mancuso è stato esplicitamente approvato da Carminati", come emergerebbe da diverse intercettazioni telefoniche e ambientali. (AGI)