Gd Polistena: “No a politica da body building”
“Oggi la nostra amata città sta vivendo una pagina buia, una sorta di agonia sul piano politico che ormai si prolunga da anni, nessun passo in avanti nel settore della cultura, del sociale e dei lavori pubblici tutto questo al netto delle “chiacchiere da bar” e delle dicerie che girano in paese lanciate ad arte per distogliere gli elettori da una valutazione obiettiva dell’operato (fallimentare) di ben cinque anni di amministrazione”. È quanto afferma il circolo di Polistena dei Giovani democratici.
“Un quadro desolante che impone a tutte le forze politiche e sociali sane ad avere uno scatto d’orgoglio per rimettere in moto una macchina amministrativa totalmente ferma al punto di partenza, e ristabilire un clima politico sereno fatto di confronto democratico e libero nel rispetto dell’avversario politico che non deve essere visto come un nemico da abbattere con ogni mezzo anche il più meschino e subdolo.
I giovani democratici di Polistena, costola del più rappresentativo partito presente nel panorama politico dell’opposizione cittadina, il Partito Democratico, ha rappresentato e rappresenta un punto di riferimento serio per tutti quei giovani abbandonati al cospetto di un modo di fare politica denigratorio, portato a sistema dall’Amministrazione comunale e che punta solamente a generare panico con l’unico obiettivo di preservare il potere soffocando così ogni tipo di intelligenza sul nascere.
Siamo fermamente convinti, come Giovani Democratici, che bisogna ripartire da un nuovo modo di intendere la politica, una passione senza remunerazione o tornaconto personale, un laboratorio di idee e progetti che nascendo dal confronto con gli elettori e le loro problematiche quotidiane, possa ridare funzione e ruolo al Comune della nostra città che deve diventare la casa del popolo e non un luogo dove si amministra col solo intento di favorire gli amici, delegittimando e osteggiando gli avversari politici per mantenere lo status quo.
I tanti giovani e appassionati dirigenti e iscritti del nostro circolo (oltre 40) rivendicano con orgoglio la propria storia, quella di una città che si è sempre ribellata al malaffare, quella storia fatta di gente laboriosa ed onesta che ha sempre vissuto del proprio lavoro senza mai indossare gli abiti stretti dei “paladini”, ma agendo secondo le regole fondamentali della civile convivenza.
Proprio per queste ragioni per favorire un reale svecchiamento non solo anagrafico ma prima di tutto di “cultura della politica”, oggi abbiamo bisogno di un progetto di ampio respiro, di un ampio rinnovamento nelle donne e negli uomini, scommettendo così su una generazione libera da legami di qualsiasi genere o natura e che possa agire in libertà di coscienza nel pieno interesse della città.
Mettiamo sin da subito a disposizione del Partito Democratico Polistenese il nostro bagaglio di idee, i nostri giovani iscritti, ampliando ed invitando ulteriormente tutte quelle ragazze e quei ragazzi che indipendentemente dall’appartenenza politica vogliono mettersi in gioco per risollevare le sorti di una città totalmente allo sbando, dobbiamo essere in grado di coniugare l’esperienza di chi ha dato tanto in questi anni con la voglia di riscatto dei Polistenesi che oggi più che mai chiedono un reale cambio di rotta.
Siamo rimasti a guardare, molte volte stupiti, la bagarre politica e la confusione generata, in questi ultimi mesi che precedono il voto, tra le varie forze politiche che si contrappongono al sistema di potere che amministra la nostra città. Abbiamo constatato che spesso per le ambizioni di pochi non si costruisce l’interesse di molti: una compagine nuova nelle idee, nelle forme e negli interpreti con alla guida “un candidato con le mani libere senza pressioni o condizionamenti …”. Un’operazione politica che il Circolo del Partito Democratico aveva promosso nei mesi scorsi chiedendo al Prof. Giovanni Laruffa (probabilmente il più giovane tra i non più giovani), la sua piena disponibilità, iniziativa che non si è potuta concretizzare per la decisione assunta dallo stesso di mettersi da parte per favorire il processo unitario e di rinnovamento.
Noi giovani siamo altro, non pratichiamo la politica della prevaricazione, o del “Body Building” per esibire i nostri muscoli, a tale atteggiamento preferiamo la politica dei contenuti, dei programmi e delle proposte serie e concrete: riteniamo quindi che lo strumento delle primarie, in assenza di quanto sopra detto non sia la panacea di tutti i mali; anzi sosteniamo che senza programmi, contenuti e candidati che possano rappresentare il nuovo che avanza (o che vorrebbe avanzare) si corra il serio rischio di una lotta tra “nuclei” riservata ai soliti “addetti ai lavori”, primarie che di strumento democratico e partecipativo contengono ben poco e non favoriscono un reale coagulo verso il rinnovamento ed il superamento delle palesi divisioni.
Ribadiamo con fermezza la nostra volontà di partecipare ad un nuovo progetto che, partendo da una caratterizzazione politica che rivendichiamo e custodiamo con fermezza, possa allargarsi a tutti quei soggetti politici e civici che vogliono risollevare le sorti della nostra amata gente.
La nostra proposta si concretizza nella individuazione di un candidato a Sindaco, possibilmente di ampia condivisione, che sia espressione di una nuova generazione per il riscatto di Polistena, che chiuda definitivamente un periodo storico non esaltante e dove anche i rapporti umani sono stati spesso messi in seria discussione. Un giovane e capace futuro Sindaco che coaguli intorno a se una compagine giovane, di donne ed uomini, che abbiano voglia di cimentarsi con il futuro di Polistena e puntino sulla loro voglia di fare e non sui “galloni” che possono eventualmente attaccarsi al petto.
Il rinnovamento va accompagnato e non guidato, ecco perché abbiamo condiviso quanti, nel recente passato, hanno ipotizzato l’ingresso di nuove e giovani forze, che non vuol dire allontanamento delle esperienze pregresse. Queste, però, devono avere il coraggio di puntare sul nuovo e fare un passo indietro offrendo tutti i contributi per la crescita delle nuove generazioni che sono pronte e disponibili a scommettere su se stessi per il bene comune. La politica vera, quella che ci rispecchia, quella nella quale ci riconosciamo, quella che si fa a viso aperto, non può che vincere questa nuova impresa democratica”.