La città di Rossano si è fermata per l’ultimo saluto a Massimo Bevacqua
La città di Rossano, nel pomeriggio di martedì 10 febbraio (dalle 14 alle 18), si è fermata per l’ultimo saluto al giovane docente Massimo Bevacqua trovato morto nella sua abitazione in Tunisia dove insegnava la lingua italiana all’Università di Cartagine.
Una morte assurda al vaglio degli inquirenti tunisini di cui, ad oggi, non si è fatta ancora piena luce. Tutti invocano giustizia e che venga fuori la verità. L’intera comunità rossanese, intanto, si è stretta al dolore dei familiari in una giornata triste e gelida. Tanta gente ha partecipato al rito funebre, celebrato nella chiesa di “San Giuseppe” allo Scalo cittadino, in cui non sono mancati momenti emozionanti con la lettura di diversi messaggi per ricordare un amico, un docente, un cittadino esemplare.
Nei banchi della parrocchia, oltre ai parenti ed ai tanti amici, erano presenti, tra l’altro, il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, il consigliere regionale, Giuseppe Graziano, i consiglieri comunali Giovanna Curia e Ernesto Rapani, il vice-comandante della polizia municipale, Pietro Pirillo, ma anche una nutrita rappresentanza dell’Ateneo di Urbino dove Massimo Bevacqua insegnava.
Il primo cittadino, nel corso del suo intervento, abbracciando la bara per un saluto simbolico a nome di tutta la città di Rossano, ha rimarcato la sua grande amarezza per quello che è accaduto al giovane docente rossanese e si è raccomandato che gli inquirenti possano fare chiarezza sulla triste vicenda.
“La mia comunità – sottolineato Antoniotti – chiede, a gran voce, che venga fatta giustizia e che, al più presto, si arrivi alla verità. Nei prossimi giorni inverò una missiva sia alla Farnesina e sia al Ministro degli Affari Esteri per ottenere una serie di chiarimenti su un episodio che lascia molti lati oscuri. Questa amministrazione comunale non dimenticherà Massimo, anche perché come sindaco, di comune accordo con l’intera Giunta, ho deciso di intitolare una via della città al nostro illustre concittadino che, negli anni, ha contribuito alla formazione di tanti giovani universitari.”
Un intervento, quello del sindaco, condiviso con lunghi applausi da quanti hanno preso parte al rito funebre. Ora, dopo la sepoltura della salma nel cimitero cittadino, si attende la verità dei fatti per capire cosa sia successo realmente nella notte del 4 febbraio scorso all’interno del suo alloggio in Tunisia.