Mafie: Roberti, Chiesa poteva fare di più, per secoli niente

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Roberti

"Sono convinto che la Chiesa potrebbe moltissimo contro le mafie e gran parte delle responsabilità le ha proprio la Chiesa perché per secoli non ha fatto niente". Così il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti alla presentazione a Roma della relazione annuale della Dna.

"Penso al discorso di Giovanni Paolo II fatto alla Valle dei Templi ma dopo quello? Silenzio assoluto. Zero reazioni, nonostante omicidi come quello di Padre Puglisi, fino al 2009 quando la Conferenza Episcopale ne parlò. Oggi dopo altri sei anni Papa Francesco ne parla apertamente e parla di scomunica". (AGI)


BINDI, PERICOLOSA PERCHÉ UTILIZZA LE COSE PIÙ SACRE

15:45 l "La pericolosità delle mafie sta nell'usare le cose più sacre della vita, dall'amicizia agli affetti, la famiglia e la religione. Sembrerà una sciocchezza ma dopo Oppido Mamertina se una Madonna si inchina i giornali ne parlano, prima no. Minare quel consenso che è la forza delle mafie". A parlare è Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, in occasione della presentazione a Roma della relazione annuale della Dna.

"Bisogna prendere esempio dalle parole di Falcone, parlarne invece c'è una sorta di rimozione: si fa sempre molta fatica ad ammettere che il male è tra noi. Dobbiamo parlare di legalità perché c'è oramai una cultura della legalità".(AGI)



PRESENTATA RELAZIONE DNA, BINDI "NON SOLO ARMI"

15:51 l "Abbiamo più volte ribadito che le armi moderne della mafia non sono soltanto le armi che uccidono ma infiltrarsi ed approfittare di ogni debolezza". A parlare è Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia. "C'è una grande sintonia con questa relazione e quella della Dia, testimonianza che i vari pezzi del sistema si parlano e sintonia con l'attività della Commissione Antimafia".

La presidente Bindi fa riferimento alle ultime inchieste che hanno coinvolto il nord Italia, dicendo che si potrebbe parlare "non più di mafie al nord ma potremmo dire mafia del nord" seppur "la casa madre dove si prendono le decisioni rimane in Calabria, in Sicilia, in Puglia, in Campania".

Per il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti la "novità di quest'anno è la nuova organizzazione della Dna che per la prima volta l'anno scorso si è data un programma organizzativo, un progetto approvato dal Csm. È una relazione molto innovativa. Abbiamo centrato l'attenzione - dichiara Roberti - su corruzione, crimini ambientali e contrasto al controllo mafioso degli appalti". In conclusione il Procuratore, parlando del contrasto ai beni delle mafia, afferma: "Cerchiamo di togliere l'acqua al pesce" ovvero i fondi alla mafia.(AGI)


DNA, È COME HOLDING E FORTE IN TRAFFICO DROGA

16: 12 l "Per la 'Ndrangheta, deve confermarsi il dato della tendenziale unitarietà di tale organizzazione criminale; quindi, dell'esistenza di una sorta "consiglio di amministrazione della holding" che elegge il suo "Presidente".

È un dato che giudiziariamente ha trovato plurime conferme in sede cautelare e di merito". È quanto si legge nella annuale relazione della Direzione Nazionale Antimafia presentata oggi a Roma. "Sotto il profilo degli interessi del crimine organizzato calabrese, le indagini hanno evidenziato, per ciò' che riguarda particolarmente le cosche operanti nella città di Reggio Calabria, la particolare capacità della 'ndrangheta cittadina di inserirsi nella gestione delle cd società miste, pubblico/privato, attraverso cui vengono forniti i principali servizi pubblici alla cittadinanza.

In particolare, attraverso una serie concatenata di prestanomi, la 'ndrangheta ha il controllo totale delle quote di spettanza del partner privato e, attraverso la sua capacità collusiva ed intimidatoria, riesce a condizionare la parte pubblica". Per la Dna resta forte il ruolo della 'Ndrangheta nel traffico "internazionale di stupefacenti, traffico che ha generato, e continua a generare, imponenti flussi di guadagni in favore della criminalità organizzata calabrese che reinveste, specie nel settore immobiliare, i proventi di tale attività. Traffico consentito anche e soprattutto dal controllo totalizzante del Porto di Gioia Tauro, dove attraverso una penetrante azione collusiva, gli 'ndranghetisti riescono a godere di ampi, continui, si direbbe inesauribili, appoggi interni".(AGI)


DNA, IN LOMBARDIA E PIEMONTE PREDOMINA SU COSA NOSTRA

16:49 l Per la Direzione Nazionale Antimafia in Lombardia si "conferma il predominio di organizzazioni criminali di origine calabrese nel territorio a discapito di altre compagini associative, come quella di origine siciliana". E' quanto si legge nella annuale relazione della Direzione Nazionale Antimafia presentata oggi a Roma.

"La presenza sul territorio lombardo di strutture 'ndranghetiste e il radicamento nelle struttura sociale e negli assetti economici lombardi da ragione della serie innumerevole di episodi di intimidazione, accertati dall' inizio del 2006, in qualche modo riconducibili al fenomeno mafioso".

Per la Dna "ne è emerso un quadro inquietante, costituito da un imponente numero di fatti intimidatori, tutti caratterizzati dall'omertà delle vittime, dal fatto che ad essere colpite sono state quasi sempre cose e raramente persone e dalla tendenziale non elevata intensità dell'atto intimidatorio". Nella Relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia vi è la stessa situazione in Piemonte dove "le associazioni criminali di origine calabrese sono radicate". (AGI)


EMILIA ROMAGNA "TERRA DI MAFIA"

16:56 l Particolarmente allarmante la situazione del distretto di Bologna per la Direzione Nazionale Antimafia che, nella relazione annuale presentata oggi a Roma, fa riferimento al "potere criminale di matrice 'ndranghetista, la cui espansione si è appurato andare al di là di ogni pessimistica previsione, con coinvolgimenti di apparati politici, economici ed istituzionali".

Per la Dna l'Emilia Romagna è stata per anni un "modello di sana amministrazione ed invidiata per l'elevato livello medio di vita dei suoi abitanti, oggi può ben definirsi "Terra di mafia" nel senso pieno della espressione, essendosi verificato quel triste fenomeno di una infiltrazione che ha riguardato, più che il territorio in quanto tale con una occupazione "militare", i cittadini e le loro menti - conclude la Dna - con un condizionamento, quindi, ancor più grave". (AGI)