Omicidio del “boss” Fortunato Patania, blitz nel vibonese: 5 arresti
Omicidio, porto abusivo di armi, favoreggiamento e rapina, aggravati del metodo mafioso: con questa accusa la polizia di stato di Vibo Valentia ha eseguito stamani cinque provvedimenti restrittivi nei confronti altrettante persone e ritenendo di aver individuato così i responsabili dell'omicidio di Fortunato Patania, il capo storico dell'omonimo clan della ‘ndrangheta ucciso a Vibo il 18 settembre del 2011 e freddato con 14 colpi d’arma da fuoco.
Durante le indagini effettuate sull'assassinio del 2011, venne accertato che la cosca Patania si era avvalsa di killer professionisti, arrivati dall'Est dell’Europa, assoldati proprio per una violenta rappresaglia contro i Piscopisani, allo scopo di vendicare proprio l’omicidio del “boss” Fortunato.
I provvedimenti di stamani sono stati eseguiti dalla polizia di Stato sulla scorta delle indagini effettuate dagli uomini della Squadra mobile di Vibo Valentia e di Catanzaro e coordinati dal Servizio centrale operativo.
Sono tre gli arresti in carcere eseguiti stamani e altri due provvedimenti, che sono stati emessi dal Gip distrettuale di Catanzaro Assunta Maiore su richiesta del Pm della Dda Camillo Falvo, riguardano altrettanti obblighi di dimora.
In manette sono finiti: Rosario Battaglia, 30enne di Piscopio, che deve rispondere dell’accusa di essere stato il mandante e l'organizzatore dell'omicidio del boss Patania; Rosario Fiorillo, 25enne ed anch’egli di Piscopio, è invece accusato di aver agevolato la via di fuga dei killer dopo l'agguato; Raffaele Moscato, 26 enne vibonese è, infine, ritenuto l’esecutore dell'omicidio del boss.
L'obbligo di dimora, con l’accusa di favoreggiamento nei confronti degli autori del delitto è stato disposto dal Gip per Annunziato Patania, 53enne di Stefanaconi, e Michele Fiorillo, 46enne di Piscopio.
DDA APRE NUOVA INDAGINE SUI SUMMIT
17:18 l Sarebbero state almeno due le riunioni finalizzate a pianificare l'omicidio del boss Fortunato Patania di Stefanaconi. Il gip e gli investigatori concordano sul fatto che il luogo di ritrovo del clan dei "piscopisani" sarebbe stato uno dei bar ubicato nella piazza di Piscopio (frazione di Vibo) gestito dai Battaglia e poi la casa della nonna di uno dei presunti componenti il clan.
Per monitorare i movimenti attorno al bar e alla casa della nonna, i poliziotti hanno quindi piazzato una telecamera nella piazza del paese riuscendo in parte a filmare due summit di 'ndrangheta avvenuti poco prima dell'omicidio del boss Patania. Uno dei summit per gli inquirenti sarebbe particolarmente importante poiché documenterebbe come Rosario Battaglia (presunto mandante dell'omicidio Patania arrestato oggi) si sia incontrato con un esponente del clan Tripodi della frazione Porto Salvo di Vibo Valentia, a sua volta sposato con una componente della "famiglia" Mantino di Vibo Marina, questi ultimi cugini dei Battaglia-Fiorillo di Piscopio.
Si tratta dello stesso clan Tripodi colpito nel maggio 2013 dall'operazione "Libra" sull'asse Vibo-Roma. Sono invece almeno quattro, oltre gli arrestati odierni, i soggetti del clan di Piscopio che avrebbero preso parte alle riunioni nel bar o nelle immediate vicinanze. Su tali soggetti sono in corso ulteriori indagini da parte della Dda con il supporto delle Squadre Mobili di Vibo Valentia e Catanzaro. (AGI)
DDA CATANZARO, NUOVO PM PER L'AREA DI VIBO VALENTIA
17:50 l Sarà l'attuale pm della Procura di Crotone, Ivan Barlafante, ad affiancare per i prossimi 6 mesi il pm della Dda di Catanzaro, Camillo Falvo, nelle indagini sulla 'ndrangheta del Vibonese di competenza della Procura distrettuale antimafia. È quanto annunciato stamane dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, a margine della conferenza stampa seguita all'operazione "San Michele" che ha fatto luce sull'omicidio del boss Fortunato Patania.
Il pm Ivan Barlafante andrà quindi a dare una mano per i prossimi 6 mesi, quale nuovo pm applicato alla Dda, al collega Camillo Falvo che altrimenti si troverebbe impossibilitato a poter operare da solo nel contrasto alla 'ndrangheta del Vibonese che necessita sia di una presenza quasi giornaliera alle tante udienze dei processi in corso contro i clan vibonesi e che sono distribuite fra il Tribunale di Vibo Valentia, il gip distrettuale e la Corte d'Assise a Catanzaro, sia allo stesso tempo a poter seguire le diverse indagini sulle varie associazioni di 'ndrangheta presenti nella provincia di Vibo Valentia. Per il pm Ivan Barlafante si tratta di un "salto" non da poco, avendo lo stesso prestato giuramento quale pm di prima nomina alla Procura di Crotone nell'aprile del 2011. (AGI)