Distratti beni per 200 mila euro, imprenditore accusato di bancarotta fraudolenta
Per non influenzare negativamente istituti bancari e fornitori ha pensato di riportare nella contabilità crediti per oltre 700 mila euro; in realtà questi sarebbero stati, però, del tutto inesistenti e ciò, naturalmente, avrebbe indotto in errore i creditori, convinti a loro volta di una falsa situazione economica e finanziaria dell’azienda.
Con questa accusa è finito nei guai il rappresentante legale di un’impresa della provincia di Vibo Valentia che opera nel settore del calcestruzzo. Le fiamme gialle, che hanno scoperto il tutto, hanno pertanto accusato l’imprenditore, di bancarotta fraudolenta, avendo lo stesso “distratto dalla procedura fallimentare beni e disponibilità finanziarie” che ammonterebbero, nel complesso, a circa 200 mila euro.
“La condotta truffaldina non è però sfuggita ai militari” affermano soddisfatti dal Comando provinciale della Guardia di Finanza, unico organo di polizia giudiziaria con competenza specialistica in campo tributario, cosa che gli consente di distinguersi dagli altri Corpi di polizia essendo in grado di colpire, nella loro globalità ed in modo trasversale, “tutti quei fenomeni che - aggiungono - costituiscono ostacolo alla crescita ed alla realizzazione di un mercato pienamente concorrenziale ed idoneo, pertanto, a garantire lo sviluppo di una società più equa ed attenta ai bisogni di ciascuno”.