Speranza e Sinistra Pd aderiscono a iniziativa di Libera su reddito di dignità
Oggi alla Camera dei deputati si è tenuta una conferenza della sinistra PD per annunciare l’adesione all’appello di “Libera” 100 giorni per un reddito di dignità.All’iniziativa hanno partecipato il leader di Area Riformista Roberto Speranza, la deputata Enza Bruno Bossio e Giuseppe De Marzo coordinatore della campagna di “Libera”.
“Oggi è un giorno importante –ha affermato Giuseppe De Marzo- l’adesione della sinistra PD alla campagna di Libera per un reddito di dignità, avvicina sempre di più l’obiettivo che sul tema del diritto al reddito, anche come contrasto al ricatto mafioso, è possibile una maggioranza non solo nel Paese ma anche nel Parlamento”. Roberto Speranza nell’annunciare l’adesione, ha ricordato come sin dall’aprile 2013, ad inizio legislatura, è stata presentata una proposta di legge alla Camera primi firmatari i deputati Danilo Leva ed Enza Bruno Bossio per l’istituzione del reddito minimo garantito in Italia.
“Oggi in Parlamento, sia alla Camera che al Senato, sono stati depositati diversi disegni di legge d’iniziativa di diversi gruppi parlamentari – ha detto Roberto Speranza – che attendono di essere discussi. Nei giorni scorsi in una manifestazione nazionale svoltasi a Cosenza abbiamo illustrato la nostra proposta di reddito minimo come strumento di contrasto alla povertà”.“Qui non si tratta di alzare bandierine, rivendicare primogeniture o di mettere in competizione le diverse proposte – ha concluso Speranza – ma di discutere nel merito e trovare le necessarie convergenze per raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissati, restituire dignità a persone che oggi rischiano di restare fuori dallo Stato democratico”.
“Appena cinque anni fa – ha detto Enza Bruno Bossio – quando abbiamo cominciato a raccogliere le firme in Calabria, sembravamo degli illusi utopisti, oggi non è più così. Il reddito minimo è diventata una concreta possibilità. E basta continuare a ripetere :’dove prendiamo le risorse ?’. Le risorse devono essere recuperate dalla fiscalità generale e questa misura deve diventare parte di una più generale riforma del nostro welfare che oggi, lasciando fuori milioni di persone, ci costa ben 25 miliardi all’anno”.“Inoltre –ha proseguito la Bruno Bossio - se consideriamo che proprio oggi l’OCSE certifica che l’Italia è uno dei paesi più diseguali con il 60% della ricchezza nazionale che è detenuto da appena il 21% della popolazione mentre il 40% della popolazione più povera possiede soltanto il 4,9% della ricchezza del Paese, è assolutamente urgente redistribuire una ricchezza comunque prodotta”.