Polizia provinciale: fondamentale per il Paese, le ragioni della protesta
Si è svolta giorno 25 giugno, a Roma, davanti alla sede del Parlamento Italiano, in piazza Montecitorio, una partecipatissima manifestazione di protesta, indetta dalla Funzione Pubblica di CGIL, CISL e UIL, al fine di scongiurare la conversione in Legge, senza le opportune modifiche, del Decreto Legge n. 78/2015, deliberato dal Consiglio dei Ministri, il giorno 11 giugno scorso e pubblicato in G.U. della Repubblica Italiana (contrariamente a quanto previsto dall’art. 77 della Costituzione) soltanto giorno 19 giugno.
Tale D.L., all’art. 5, sostanzialmente dispone lo smantellamento delle Polizie Provinciali i cui appartenenti dovranno essere assorbiti dai Comuni che ne faranno richiesta tramite le procedure di mobilità previste dalla legge, per essere inquadrati nei ruoli delle Polizie Municipali e svolgere, dunque, solo ed esclusivamente, le funzioni a queste ultime collegate. Questo comporterà l’annientamento delle funzioni attualmente esercitate dalle Polizie Provinciali, ossia la tutela dell’ambiente e del territorio.
Nello specifico, i circa 2600 poliziotti provinciali, svolgono principalmente attività di prevenzione, accertamento e repressione dei reati collegati specialmente a: sfruttamento criminale dell’ambiente (ecoreati legati allo smaltimento illecito dei rifiuti, spesso tossici e radioattivi, controlli sui depuratori dei reflui fognari, controlli sulle emissioni inquinanti); al bracconaggio e alla pesca di frodo (gravi fenomeni spesso consumati ai danni di specie particolarmente protette da leggi nazionali, direttive comunitarie e convenzioni internazionali ratificate dal nostro Paese); agli abusi perpetrati contro il demanio fluviale-lacuale delle acque interne (com’è noto, le principali inondazioni e alluvioni avvengono perché i confini dei fiumi e dei torrenti sono invasi da coltivazioni e costruzioni abusive); al recupero della fauna selvatica in difficoltà; al contrasto dei reati a danno del benessere animale e alla cd. zoomafia, che vede lo sfruttamento in vari modi degli animali.
Inoltre, la Polizia Provinciale, svolge altri importanti compiti di polizia e funzioni tecniche, spesso, non esercitate da altri o dove comunque non vi è presenza di ulteriori presidi di controllo, vedi aree rurali ed extraurbane. Giova ricordare pure la vigilanza su 120.000 km di strade provinciali, spesso isolate e interne, dove l’organo di controllo in materia di polizia stradale più presente è proprio la Polizia Provinciale. L’eliminazione delle funzioni sopra citate porterà a un collasso dei controlli in materia ambientale, esponendo, nel lungo periodo, i nostri territori a rischi di carattere ecologico-sanitario e di dissesto idrogeologico sempre più elevati.
Al sit-in erano presenti più di mille tra agenti e ufficiali delle Polizie Provinciali italiane, le associazioni di categoria AIPP (Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale) e AIPA (Associazione Italiana Polizia Ambientale), molti rappresentanti delle associazioni ambientalistiche più importanti del Paese, ivi compresi alcuni presidenti nazionali e membri delle segreterie nazionali, quali Lipu, Legambiente E Wwf che hanno lanciato, negli ultimi mesi, svariati comunicati a sostegno dell’importanza dell’esercizio delle funzioni di vigilanza ittico-venatoria ed ambientale svolte dagli operatori di Polizia Provinciale.
Presenti pure varie personalità di spicco, come Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro dell’ambiente e oggi Presidente della Fondazione Univerde; diversi parlamentari, appartenenti a vari schieramenti politici, erano presenti in piazza Montecitorio, hanno ascoltato le ragioni della protesta, con alcune delegazioni, che sono state ricevute per esporre la problematica più nei dettagli. In ultimo, ma certamente non per importanza, si evidenzia che la protesta è stata caratterizzata da un ulteriore motivo di preoccupazione, ossia, dal fatto che il D.L. succitato parla di trasferimento ai comuni senza prevedere le necessarie risorse e/o coperture economiche aggiuntive a loro favore e, si sa, gran parte dei municipi versa in condizioni economico-finanziarie al limite del dissesto, avendo subìto notevoli tagli per anni e continuando a subirne. Quali e quanti comuni sarebbero disposti ad assumere nuovo personale e a quali condizioni?
Quanti bilanci comunali potrebbero sopportare l’ingresso di ulteriori unità da inserire in organico? Cosa succederebbe, nel caso in cui non ci fosse collocazione per tutti gli operatori di polizia provinciale? Lo scopo della protesta è stato quello di sensibilizzare parlamentari e opinione pubblica in generale, circa queste problematiche. Uno degli appelli gridati con più forza è stato quello rivolto ai Presidenti di Regione affinché possano prendere in mano la situazione, trovando un modo per assorbire il personale delle Polizie Provinciali e scongiurare lo smantellamento di una funzione di tale importanza per la collettività e per un intero Paese, che certamente necessita di presidi a tutela del territorio, vista la particolare orografia e fragilità oltre che grande biodiversità presente.