Fiabe calabresi: patrimonio da riscoprire tra i banchi di scuola
Il mondo delle fiabe rappresenta un patrimonio da riscoprire e valorizzare perché custodisce le radici delle tradizioni popolari della Calabria e del bagaglio linguistico e identitario rappresentato dal dialetto. E’ questo il messaggio che Fondazione Imes Catanzaro, Regione Calabria, Fondazione Carical e Donzelli Editore hanno lanciato al termine della due giorni al Villaggio Guglielmo di Copanello in occasione della quale è stato presentato in anteprima il corpus delle fiabe e novelle calabresi, originariamente trascritte in dialetto dallo studioso di Palmi, Letterio Di Francia, e considerato da Italo Calvino come uno dei più importanti repertori novecenteschi della fiaba italiana ed europea. Pubblicata per la prima volta nel 1929, l’opera comprende 61 fiabe di estremo interesse, tanto per i rimandi alla secolare tradizione orale e letteraria, quanto per l’originalità dei temi in esse rappresentati. Oggi il corpus è tornato alla luce grazie alla pubblicazione di una doppia edizione critica annotata, arricchita dalla prima traduzione integrale in lingua italiana, accanto a tutti gli originari testi in dialetto, al fine di garantirne la più ampia circolazione nazionale. Al prezioso cofanetto di oltre mille pagine totali, si affianca anche un terzo volume dedicato ai lettori di tutte le età con uno straordinario corredo di illustrazioni a colori, realizzate appositamente dal celebre illustratore Fabian Negrin.
Nella seconda giornata dei lavori – coordinata da Bianca Lazzaro, curatrice dell’opera - l’editore Carmine Donzelli ha presentato i dettagli della straordinaria iniziativa editoriale che si inserisce nel più ampio percorso della collana “Fiabe e storie” - dedicata ai grandi classici dai Grimm a Perrault e Andersen - e dei grandi repertori fiabeschi regionali italiani, già avviato con l’edizione in quattro volumi delle fiabe siciliane di Giuseppe Pitrè. Con l’opera di Di Francia la collana si arricchisce di una nuova gemma preziosa e sconosciuta, destinata a durare nel tempo: “E’ stata una sfida – ha detto l’editore – e al tempo stesso un esperimento a cui abbiamo fortemente creduto con l’obiettivo di mostrare il patrimonio delle fiabe quale strumento per raccontare l’identità e la storia dei luoghi. La forza delle fiabe calabresi è assolutamente comparabile a quella della più grande tradizione europea anche perché deriva da un popolo che nel suo dna ha avuto sempre una peculiare capacità migratoria”. Nel corso della giornata Bruno Berni, traduttore delle fiabe di Hans Christian Andersen in italiano, ha spiegato che “tradurre significa interpretare restituendo la vivacità del parlato tipica del repertorio orale tramandato da tempo immemorabile. Espressioni come il brutto anatroccolo, il re nudo o la piccola fiammiferaia sono entrate nel gergo comune, eppure ancora oggi si rende necessario ritradurre perché molte edizioni precedenti sono state di seconda mano o risultano incomplete”.
L’illustratore Fabian Negrin ha, poi, raccontato i segreti del suo ultimo lavoro all’interno del viaggio nei classici della fiaba: “L’opera di Di Francia – ha detto – è arricchita da temi e personaggi universali che offrono innumerevoli possibilità di dare un’immagine alle parole. Ogni frase offre una sua rappresentazione visiva già completa e stratificata all’interno di un corpus di uguale complessità e varietà rispetto ai grandi della tradizione”. Gli interventi sono stati intervallati da letture dal vivo a cura dell’attrice Daniela Vitale le cui registrazioni in file audio, parte integrante del progetto, sono disponibili anche sul web.
Tanti insegnanti hanno, inoltre, preso parte alla due giorni per vivere la magia delle fiabe e novelle calabresi destinata a proseguire, tra i banchi di scuola, con la sperimentazione didattica che sarà avviata all’inizio del prossimo anno scolastico, con il coordinamento della Fondazione Imes Catanzaro, in accordo con la casa editrice Donzelli, e grazie alle copie dei volumi messe a disposizione dalla Fondazione Carical. Il progetto ha, tra le altre finalità, anche quella della promozione dell’opera nelle scuole di ogni ordine e grado attraverso laboratori di ascolto, lettura e teatralizzazione delle fiabe che consentiranno ai ragazzi di approfondire la conoscenza di alcuni essenziali elementi lessicali e linguistici propri del dialetto calabrese e riscoprire un patrimonio culturale la cui importanza travalica di gran lunga i confini regionali.