Tribunale della libertà scarcera Marcantonio Malagrinò

Catanzaro Cronaca

Il Tribunale della libertà di Catanzaro, presidente Giuseppe Valea, ha disposto la scarcerazione del 24enne Marcantonio Malagrinò, arrestato lo scorso 5 giugno, per una serie di presunti furti perpetrati in Corigliano Calabro nel mese di febbraio scorso.

Malagrinò era stato sottoposto alla custodia cautelare degli arresti domiciliari dal GIP presso il Tribunale di Castrovillari che aveva accolto la richiesta del pubblico ministero in quanto a Malagrinò venivano addebitati una serie di furti commessi tutti nella notte del 19 febbraio scorso, a Corigliano.

Già lo stesso Malagrinò, difeso dall’avvocato Sergio Lucisano del foro di Catanzaro si era opposto alla richiesta di convalida di arresto lo scorso 20 febbraio, ed il Giudice aveva accolto le tesi della difesa in quanto non sussisteva neanche la quasi fragranza di arresto, negando la ricorrenza dei gravi indizi di responsabilità ai fini dell’applicazione della misura cautelare; per tale motivo ha rimesso Malagrinò in liberta e mandando tutti gli atti alla Procura.

Malagrinò successivamente è stato tratto in arresto su provvedimento disposto dal GIP presso il Tribunale di Castrovillari che aveva accolto la richiesta del Pubblico Ministero.

Già nell’udienza di convalida del 16 giugno scorso, davanti al GIP presso il Tribunale di Castrovillari, il giovane, difeso dall’avvocato Sergio Lucisano del Foro di Catanzaro aveva sostenuto che si trattava di un vero errore giudiziario, considerato che l’autore del furto indossasse abiti simili a quelli in uso quella mattina allo stesso. Abiti che possono essere acquistate a dozzina nei mercatini rionali dei paesi limitrofi a Corigliano.

In quella circostanza il GIP presso il Tribunale di Castrovillari aveva affermato la sussistenza di gravi indizi di responsabilità, considerato che l’abbigliamento di Malagrinò (giubbino, felpa blu con cappuccio bianco che riportava una striscia centrale di colore nero, pantaloni tipo tuta con impressa una R sulla gamba sinistra, scarpe di Sneachers di colore grigio) fossero identici nei filmati tratti dalle telecamere di video sorveglianza acquisite presso l’esercizio commerciale “Luci” di Antonella Tornello e presso l’esercizio commerciale “Blooker” di Stella, Felicetti applicando la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Arresti domiciliari a cui Malagrinò è stato sottoposto fino a ieri quando il Tribunale della Libertà di Catanzaro, ha accolto il reclamo proposto dal difensore di fiducia. Infatti il Tribunale della Libertà di Catanzaro, accogliendo la tesi difensiva del suo difensore ha rimesso in libertà Malagrinò.

In particolare determinante è stato l’assunto posto dall’avvocato Lucisano che non solo ha rilevato come gli abiti indossati da Malagrinò nella circostanza dell’arresto fossero capi di comune uso e di vendita diffusa nei mercatini rionali, ma che Malgrinò fosse stato fermato nell’immediatezza e nelle vicinanze dell’agenzia di Viaggi Zampini subito dopo essersi attivato l’allarme (dal negozio risultavano mancanti, secondo quanto riferito dalla parte offesa, 90 euro oltre i danni) e che "il responsabile del furto indossasse abbigliamento che potevano essere simili o anche corrispondere nella forma e nei colori a quelli riscontrati sulla persona di colui che si era reso responsabile, nelle ore precedenti la stessa notte, di altri due furti, uno consumato e l’altro tentato, non conduce a ravvisare a carico di Malagrinò gravi indizi di responsabilità in relazione al furto ai danni di Zampini nonché ai danni di Tornello e Felicetti".

Pertanto il Tribunale della Libertà di Catanzaro, accogliendo la tersi difensiva dell’avvocato Lucisano, per Malgrinò, ha ribadito, che pur trovandosi l'uomo nelle vicinanze dell’agenzia Viaggi Zampino, nel momento in cui si era attivato il sistema di allarme, non può condurre a ravvisare la sua responsabilità sotto forma di gravi indizi.

Il Tribunale della Libertà ha inoltre affermato che per gli altri due fatti delittuosi, non può sfuggire come, "a parte la verosimiglianza o anche coincidenza del tipo di abbigliamento indossato da Malagrinò con quello riconoscibile come indossato dall’autore dei reati, non vi siano elementi per ricondurre a Malagrinò la commissione di fatti stessi" mancando anche in questo caso "elementi individualizzanti dell’indagato ai fini della riconducibilità a lui dei fatti stessi" (rinvenimento di soldi, di guanti, di attrezzi utilizzati per lo scasso).

Pertanto il Tdl, Presidente Giuseppe Valea a latere Barbara Saccà e Teresa Guerrieri, ha deciso che se anche il quadro indiziario, "se può dare conto di sufficienti indizi, non supera la soglia della gravità, quale presupposto per l’adozione di custodia cautelare". Pertanto la carenza di gravità indiziaria ha fatto si che all'uomo venisse concessa la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari.