Borgia, grande successo per lo spettacolo “La terra degli ulivi parlanti”
Trame di luce che si infrangono su uno specchio fino a generare diagonali luminose; fronde di ulivi che prendono corpo animati dai gesti sinuosi dei ballerini, suoni tribali di oboe e marimbe.
Lo spettacolo “La terra degli ulivi parlanti”, ideato da Chiara Giordano e andato in scena venerdì sera, è stata come una presa di contatto con madre natura, anche attraverso le eleganti e intense “costruzioni” coreografiche della Giovane Compagnia Artedanza diretta dai coreografi Giovanni Calabrò e Giacomo Coletti. Una rappresentazione itinerante, un ideale racconto della terra mediterranea che, partendo dal giardino di ulivi secolari, ha raggiunto l’apice della teatralizzazione nel foro romano con il mito di Persefone dalla voce di Mariangela D’Abbraccio e dalla danza di archetipica memoria su sole percussioni, per poi ritrovare sonno sulle pietre dell’anfiteatro.
Attraverso le tre installazioni dello scenografo di luce Sebastiano Romano, lo spazio circostante è stato quasi svelato, ridisegnato, valorizzato. Assumendo insospettabili nuove forme e restituendo nuove suggestioni. Le musiche originali del maestro Vincenzo Palermo hanno prodotto un intreccio musicale in grado di sostenere una continua ricerca tra etereo e terreno, mito e fisicità. “La terra degli ulivi parlanti” ha dunque portato in scena in un modo del tutto originale, così come è nelle intenzioni di un festival che propone con coraggio le sue produzioni, i più bei testi antichi di autori classici, come Saffo, Pindaro, Antiloco, Ibico ed Euripide, curati da Armando Vitale e appassionatamente interpretati dalla voce della Donna napoletana del teatro italiano.
La XV edizione di Armonied’ArteFestival, ideato e diretto da Chiara Giordano, riparte, così, da un’intera sezione dedicata alle produzioni originali dopo i due grandi eventi con Bobby McFerrin e Josè Carreras. Ancora una volta la magnifica cornice del Parco Archeologico di Scolacium ha ospitato un spettacolo moderno nella concezion,e nonostante l’utilizzo di strumenti tradizionali. Specchi ad infrangere scie di luce, gobos a rendere più rarefatto e attraente ogni angolo dell’ambiente circostante, fino a mimetizzare corpi umani su pietre secolari, corpi sinuosi a reinterpretare la natura e il suo richiamo.
“La terra degli ulivi parlanti” è stata quindi una chiave, una porta per accedere al senso più intimo e arcaico dell’essere umano in un suggestivo scenario abbagliato da una luna eccezionalmente colorata da tinte cobalto. La sezione dedicata alla creatività contemporanea continuerà il prossimo 5 agosto con un’opera nata dalla riflessione del drammaturgo calabrese Rosario Amato che vuole esplorare la grande tradizione greca riproponendola con un occhio innovativo e moderno. Il titolo è “Le supplici” e vedrà sul palco una delle voci più amate del teatro italiano, Edoardo Siravo, con la Compagnia Stabile Amato e la regia di Rosario Amato e Filippo Stabile.
L’ultimo appuntamento con le prime assolute, in programma l’8 agosto, avrà come protagonista la bellissima e talentuosa Vanessa Gravina accompagnata da Giovanni Carta, nell’opera “Insignifidanza”, atto unico di danza e parole su un soggetto di Maria Luigia Gioffrè, sulla valore della comunicazione della società contemporanea, con la regia di Edoardo Siravo e Rosario Amato, coreografie di Filippo Stabile, elementi scenografici “The heads” di Zahra Yousefi e “Scrittura asemica” di Cristiano Caggiula.