Gaudio (Raspa): “È sparito l’Alto Jonio”

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“Il dramma di una politica focalizzata sui risultati immediati, gli interessi privati e l'occultamento dell'informazione ha fatto sì che l'Alto Jonio calabrese, ancor più che gran parte del Meridione, si trovi in una condizione quasi irreversibile di debolezza”. È quanto sostiene Alessandro Gaudio della rete Raspa.

“Da molti versanti, tuttavia, è ormai emersa la necessità di declinare l'economia, il progresso e la responsabilità politica non più secondo azioni parziali, apparenti e che non tengono conto delle diverse e complesse esigenze degli individui e delle comunità. R.A.S.P.A. ritiene che sia ora di uscire dalla passività e che sia necessario recuperare il senso della totalità che lega diversi aspetti della vita civile dell'Alto Jonio.

L'opposizione di R.A.S.P.A. al programma di trivellazioni in mare e in terra portato avanti dal governo di Renzi e all'uso intensivo di combustibili fossili non si limita alla sola preoccupazione per la salvaguardia della natura, ma si collega a una più ampia considerazione del diritto alla salute delle popolazioni calabresi che, contemporaneamente, si sono viste privare di diversi presidi ospedalieri (esemplare la situazione di stallo e di disinteresse che vige intorno a quello di Trebisacce) e che, incredibilmente, non possono disporre ancora di un registro delle malattie tumorali (per esempio, di quelle poste in relazione con amianto, ferriti ed elettromagnetismo).

Anche agitare la bandiera del lavoro e di una illusoria ricaduta occupazionale su iniziative legate ad arte alle esigenze di un sistema produttivo che si basa esclusivamente su agricoltura e turismo significa non comprendere ancora una volta la specificità dell'Alto Jonio e rianimare pericolosamente l'improponibile conflitto tra qualsiasi occupazione purchessia, in qualsiasi condizioni venga svolta, e la salute e l'effettivo benessere della gente.

Al degrado ambientale legato alla mega-costruzione insensata di una terza inutile arteria stradale parallela alla s.s. 106 corrisponde il degrado umano e sociale di intere comunità private da tempo dei mezzi di trasporto essenziali (ferroviari e non): le stazioni (ultima quella di Metaponto) chiudono una dopo l'altra, le strade di comunicazione locali, quelle veramente necessarie per la crescita di una comunità, trascurate, abbandonate, franate.

R.A.S.P.A. ritiene urgente l'adozione da parte di tutti gli organismi amministrativi di un'idea di ecologia integrale che sia etica prima ancora che politica e che, in linea anche con la recente enciclica papale, sia umana, attenta alla vita delle persone (possibilmente prima che muoiano) e contro le strutture consolidate e spesso mafiose di potere.

Contro un Alto Jonio e un Sud intesi come campo-dormitorio dell'Italia di Renzi e di Berlusconi e dell'Europa, se non proprio come pattumiera, R.A.S.P.A. esige che questo disegno politico venga immediatamente abbandonato e che venga restituita al popolo la sovranità sui beni comuni e sulla propria vita”.