‘Ndrangheta: pentito, dovevamo tagliare testa a boss del vibonese
Doveva essere non solo ucciso ma pure decapitato con un'accetta il boss della 'ndrangheta vibonese Pantaleone Mancuso, detto "Scarpuni", con la testa che doveva essere conservata dai rivali quale "trofeo". A svelare stamane in videoconferenza la preparazione del delitto eccellente è stato il nuovo collaboratore di giustizia, Raffaele Moscato, killer del clan dei Piscopisani (rivale dei Mancuso) che da 5 mesi sta collaborando con la Dda di Catanzaro svelando inediti retroscena sugli assetti criminali della 'ndrangheta.
Deponendo in videoconferenza con il Tribunale Vibo Valentia nel processo "Black money" contro il clan Mancuso, il pentito ha spiegato che il "locale" di 'ndrangheta di Piscopio (frazione di Vibo Valentia) aveva decretato la morte del boss Mancuso durante una riunione svoltasi in una scuola di Vibo in costruzione. Alla riunione avrebbero partecipato anche esponenti di una frangia dello stesso clan Mancuso ostile al boss Pantaleone Mancuso. L'agguato doveva essere portato a termine a Nicotera Marina con un furgone rubato qualche giorno prima in un centro commerciale di Lamezia Terme. Il boss non passo' pero' dal luogo in cui doveva essere ucciso e l'agguato saltò. Al centro dello scontro fra Mancuso ed i Piscopisani, oltre alla faida che vedeva opposti il clan Patania di Stefanaconi ai clan di Piscopio, ci sarebbe stato pure il controllo criminale dell'area di Vibo Marina. (AGI)