Domani chiusura Joint meeting in pediatria e medicina dell’adolescenza
Non dovremmo parlare più di minori e di adolescenti ma di infanzia e adolescenza. Una condizione non più dei casi particolari” Aida Kemelmajer De Carlucci, ha aperto la Sessione plenaria della terza giornata del 7th joint meeting in pediatria e medicina dell’adolescenza, presieduto da Giuseppe Raiola.
Una sessione, quella pomeridiana, in cui la scienza ha incontrato il diritto, diritto minorile, italiano e sudamericano, ma anche fondamenti di diritto di famiglia, una famiglia, come sottolineato da Aida Kemelmajer che cambia e nel solco di questi cambiamenti spesso restano proprio di diritti dei minori, sospesi tra ciò che è già scritto e ciò che ancora bisogna scrivere.
La seduta è stata aperta da Giuseppe Iannello, presidente dell’ordine degli avvocati di Catanzaro, che ha sottolineato i grandi passi vanti che si sono fatti in tema di tutela dei diritti umani, e questo senza barriere geografiche, ma, in tema di minori, infanzia non bisogna mai abbassare la guardia. Il dibattito, moderato da Massimo Vecchio, presidente di Cassazione, è proseguito con gli interventi di Andrea Porcello, albero Scerbo e Nunzio Raimondi.
Un confronto serrato in cui, le differenze culturali e di provenienza hanno trovato un punto di sintesi nella necessità di tutelare sempre l’incidente supremo e imprescindibile del minore , ma nello stesso tempo sono state uno spunto interessante per confrontarsi su riconoscimento della personalità dell’embrione, piuttosto che su nuovi nuclei famigliari.
Il 7th joint meeting si chiuderà domani, sabato 24 ottobre, con una serie di interventi che si concentreranno soprattutto sull’adolescente considerato nel nucleo famigliare con uno sguardo a quelli che sono i comportamenti che possono essere considerati a rischio.