Cnc: “Ma a Catanzaro e per Catanzaro…chi è che decide?”
“Ma a Catanzaro e per Catanzaro chi è che decide?”. E’ quanto scrive il Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore”.
“E’ questa – continua la nota - la domanda che le classi dirigente e politica locali dovrebbero porsi. Oggi, ancora di più che in altre epoche, la città sta infatti registrando scelte che a noi sembrano il frutto di prevaricazioni piuttosto che di decisioni adottate secondo un disegno complessivo e organico informato alla vocazione del capoluogo.
Altrimenti non ci spieghiamo perché, dopo anni di denunce, appelli, sollecitazioni, ricorsi nelle aule della giustizia, siamo ancora costretti a denunciare l’anomalia di scelte incomprensibili e scippi ingiustificati.
Il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria sarà spostato nella vicina Lamezia, l’ANAS a Cosenza, l’Agenzia Unica per le ispezioni sul Lavoro sarà istituita a Reggio (città che ha recentemente pure “accolto” la Direzione Regionale della Motorizzazione Civile fatta traslocare da Catanzaro). Queste sono soltanto le scelte attuali subite dalla città; scelte stabilite in Calabria o a Roma che allungano vergognosamente l’elenco di enti e uffici spettanti al capoluogo di regione ed invece dirottati altrove senza la benché minima giustificazione razionale. In alcuni casi si tratta addirittura di provvedimenti intrapresi contra legem, ed in tutti i casi si tratta comunque di scarso o inesistente rispetto istituzionale dei ruoli e delle funzioni di una città che rappresenta l’intera Calabria.
Anche l’argomento di cui si sta parlando in queste ore, ovvero la fusione ospedaliera tra il Pugliese-Ciaccio ed il Policlinico Universitario, sembra soggiacere alla medesima logica in base alla quale sono altri a decidere finanche dove allocare un ospedale, e non già il consesso comunale. Il commissario Scura deve risanare i conti ma non è stato certamente inviato in Calabria per stabilire, in luogo dei legittimi rappresentanti locali, scelte che riguardano intimamente una città, il cui sviluppo presuppone confronti fra istituzioni anziché decisioni calate freddamente dall’alto.
Che poi ciò avvenga, probabilmente, anche perché la classe politica locale mostra incapacità e inadeguatezza nell’interagire e nell’avanzare proposte, questo è un ulteriore problema che si aggiunge all’arroganza di chi, dall’esterno, opera scelte sui territori per conto terzi.
A questo punto diventa urgente ricomporre le idee e ricominciare da capo a ragionare sullo sviluppo di questa città, partendo dalla salvaguardia delle sue prerogative (anche mediante un’apposita legge) e chiedendo un confronto con tutti i soggetti che stanno impattando sul nostro territorio, dal commissario Scura ai vari Ministeri romani passando per l’ente Regione.
Siano il sindaco e l’intero consiglio comunale a farsi immediati promotori di tali necessari passaggi perché la posta in gioco, stavolta, non è solo un ufficio scippato bensì il destino di un’intera comunità”.