Tar: nessuna infiltrazione mafiosa nella Recycling di Crotone
Il TAR Calabria ha annullato l’interdittiva antimafia emessa a giugno dello scorso anno dalla Prefettura di Crotone a carico della Recycling srl, azienda operante sul porto di Crotone per la movimentazione e deposito di merci e gestione rifiuti in ambito portuale.
I giudici hanno rilevato che non si evidenzia alcun profilo che potrebbe far pensare a un qualche collegamento tra i componenti della società Recycling srl e la criminalità organizzata, scongiurando quindi situazioni di pericolo di infiltrazioni mafiose nell’azienda stessa.
"Questo - si legge in una nota della società - è quello che emerge dalla sentenza depositata il 17 novembre scorso dal Tribunale Amministrativo di Catanzaro, arrivata dopo 18 mesi di inattività ingiustamente subita dall’azienda che si è vista revocare, in primis dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro e, conseguenza dell’intedittiva, anche dagli altri Enti, tutte le autorizzazioni e concessioni in essere, frutto solo di duro lavoro e competenze acquisite nel tempo. Provvedimenti che oggi vanno tutti ripristinati in esecuzione della sentenza che ha accolto il ricorso e i motivi aggiunti presentati dai difensori della Recycling, e condannato alle spese il Ministero dell’Interno e l’Autorità Portuale di Gioia Tauro".
L’interdittiva era scaturita dalla condanna per estorsione senza l’aggravante mafiosa, a 3 anni e 4 mesi in appello (condanna annullata dalla Corte di Cassazione nelle scorse settimane con rinvio) di Massimiliano Arcuri, ex amministratore dell’azienda nel 2008 alla data dei fatti, assolto in primo grado con formula piena nel 2010, poi dipendente, oggi dimesso da ogni incarico. Per la prefettura questi avrebbe continuato ad esercitare la sua influenza sull’azienda anche dopo le sue dimissioni. Ma il TAR, al di là del ruolo ed alla rilevanza penale dei fatti attribuibili all’Arcuri Massimiliano, ha sostenuto come aspetto rilevante la mancata rilevazione da parte della stessa Prefettura di qualsiasi elemento che possa dimostrare, anche in via indiretta o indiziaria, un qualche rapporto tra l’attività della Recycling srl e ambienti della criminalità organizzata.