Sequestrati beni per un 1mln di euro a presunto affiliato cosca Tegano
La Polizia di Stato ha messo a segno un ulteriore attacco ai patrimoni di soggetti ritenuti appartenenti alla ‘ndrangheta. Nella mattinata, infatti, è stata data esecuzione a un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale (Sezione Misure di prevenzione di Reggio Calabria), originato da una proposta del Questore ed effettuata sulla scorta di un’articolata attività di natura patrimoniale svolta dalla Divisione Anticrimine.
Il provvedimento ha interessato beni riconducibili al genero di Giovanni Tegano, Michele Crudo, 38enne, detenuto e ritenuto affiliato alla cosca Tegano, condannato in via definitiva alla pena di dieci anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione, nell’ambito dell’operazione “Agathos” e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza (per la durata di 4 anni).
Le indagini patrimoniali, condotte dall'Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, avrebbero dimostrato una sproporzione tra i redditi percepiti dall'uomo e il patrimonio a lui direttamente o indirettamente riconducibile, per gli inquirenti "frutto del reimpiego di capitali illeciti".
Il Tribunale, accogliendo le risultanze delle investigazioni, ha disposto così il sequestro di beni tutti ubicati nel Comune di Reggio: in particolare, 3 unità immobiliari; quote sociali, l'intero capitale e l'intero patrimonio dell'azienda “San Michele & C. S.a.s.” di Michele Crudo, che si occupa di commercio all’ingrosso e al dettaglio di generi alimentari. Il valore del patrimonio confiscato ammonta complessivamente a circa un milione di euro.
Più in generale, dall’inizio dell’anno ad oggi, la Polizia di Stato ha realizzato ben 6 sequestri. In tutto, compreso quello di oggi, il patrimonio ammonta ad un importo di 15,3 milioni. Inoltre, sono stati oggetto di confisca, con due diversi provvedimenti, beni per un valore di circa 1.020 milioni. I destinatari degli atti sono tutti elementi ritenuti "di spicco della criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista".