Bagnara Calabra, omissioni per favorire gli amici? In manette ex comandante Vigili urbani
Avrebbero coperto illeciti nonostante la presenza di denunce e segnalazioni. Così l'ex comandante della polizia municipale di Bagnara Calabria, Raimondo Cacciola, la moglie, Giuseppina Luppino, e Pasquale Clemente, entrambi vigili urbani in servizio nella cittadina, sono stati arrestati dai carabinieri.
Le accuse formulate nei loro confronti sono di favoreggiamento, omissione e abuso in atti d'ufficio e danneggiamento. Tra gli indagati ci sono anche un sacerdote di Bagnara, il precedente comandante della Municipale e altre dieci persone.
Nel fascicolo è finita anche la realizzazione della cittadella del'Immacolata, un centro spirituale che sarebbe stato realizzato senza alcuna autorizzazione e, sostengono gli inquirenti, grazie alle "coperture" garantite dal Comando di polizia municipale.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Gip Gup, a seguito di un’inchiesta lunga e complessa, coordinata dal Procuratore della Repubblica Federico Cafiero de Raho e dal Procuratore Aggiunto Gerardo Dominijanni, e nel cui ambito risultano implicate complessivamente 12 persone.
La vicenda parte dal dicembre 2014, quando una cittadina del Comune di Bagnara sporgeva denuncia presso il Comando Stazione dei Carabinieri del Comune.
Grazie ad una perquisizione effettuata nel Comando di Polizia Municipale di Bagnara Calabra, l’esame di copiosa documentazione nonché l’escussione degli altri agenti della municipale, era stato possibile far luce su un presunto sistema di illegalità diffusa che - sostengono gli inquirenti - sarebbe stato imposto all’interno del Comando di Polizia Municipale di Bagnara Calabra da Cacciola, fino a pochi giorni addietro Comandante facente funzione dell’Ufficio, succeduto nell’incarico a Giuseppe Bellantone (anch’egli tratto in arresto il 15 febbraio 2013 in un diverso procedimento, per fatti commessi nell’esercizio delle proprie funzioni).
Con la complicità della coniuge, inoltre - è la tesi dei militari - Cacciola avrebbe formato un registro di protocollo “manuale” inserendo numeri progressivi in bianco, attestando fatti falsi, precisamente la data e la successione nel tempo della ricezione o spedizione di atti da parte del Comando.
Di particolare allarme sociale risulterebbe, infine, l’ultimo episodio delittuoso in ordine di tempo contestato al 60enne, il quale avrebbe tentato di farsi corrispondere, "ricorrendo a minacce e con la forza intimidatrice dell’uniforme", una parte della somma di denaro liquidata ad un soggetto rimasto coinvolto in un incidente stradale con la propria coniuge.
Proprio in merito a questo sinistro, la donna ha presentato richiesta di risarcimento all’INPS dichiarando che lo stesso fosse avvenuto in itinere, cioè nel tragitto lavoro-abitazione.
In realtà gli accertamenti delle Autorità avrebbero dimostrato che la Luppino, in quella circostanza era libera dal servizio poiché, arbitrariamente, avrebbe anticipato l’uscita dal posto di lavoro e che, pertanto, la versione del sinistro (supportata da dichiarazioni di Cacciola e di Clemente) sarebbe stata finalizzata ad ottenere l'indebito risarcimento da parte dello Stato.
Dopo l’arresto di oggi l’ex comandante dei Vigili Urbani è stato trasferito in carcere mente i due presunti complici sono stati posti ai domiciliari.
(Aggiornata alle 18:46)