Filt Cgil: “dichiarati illegittimi i licenziamenti delle imprese portuali”
“I licenziamenti per giustificato motivo oggettivo intimati a 11 dipendenti dalle imprese portuali Sea Work Service s.r.l., Universal Services s.r.l. e International Shipping s.r.l. sono stati, per la maggior parte, dichiarati illegittimi dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Palmi.” Lo rende noto in un comunicato la segreteria Filt Cgil del Comprensorio Piana di Gioia Tauro.
“Il Tribunale di Palmi, poco una complessa attività istruttoria durata per oltre un anno, nella persona del Giudice del Lavoro, Dott.ssa Maria Antonietta Naso e Ginevra Chinè, all’ esito della fase sommaria del Rito Fornero, ha dichiarato illegittimi ben cinque licenziamenti intimati dalle predette società per violazione dei criteri di scelta – prosegue la nota - ed ha condannato le società convenute in giudizio al risarcimento del danno nei confronti dei nostri assistiti anche nella misura di 24 mensilità, misura massima prevista dalla Legge n° 92/2012.
La Filt-Cgil si era opposta ai licenziamenti sia in fase pre-contenziosa innanzi alla DTL, sia in fase pregiudiziale, sia in quella Giudiziale, affidando il patrocinio delle vertenze all’ Avv. Sabina Pizzuto e ricorrendo al Giudice del Lavoro, poiché ha ritenuto che il provvedimento espulsivo avrebbe dovuto essere l’extrema ratio e che vi erano strumenti funzionali ed efficaci, quali il ricorso agli ammortizzatori sociali che non avrebbero messo a rischio il posto di lavoro dei dipendenti licenziati e li avrebbero tutelati contestualmente per l’eventuale crisi dichiarata
Abbiamo affermato “eventuale crisi”, - prosegue la Filt Cgil - perché in tutte le fasi di incontri pre – giudiziali, anche presso quelli che si sono svolti presso la Questura di Gioia Tauro, le OO:SS. hanno richiesto dati certi relativi alle difficoltà delle imprese e dei lavoratori, ma nessuna risposta è stata data sulle problematicità delle imprese.
Abbiamo fatto tutto quanto era possibile, ma le aziende hanno preferito licenziare, allo stesso modo, nello stesso giorno, con identica procedura 11 lavoratori, i quali hanno urlato la loro disperazione con una protesta davanti al varco doganale del Porto Gioiese, una protesta forte, alimentata dalla consapevolezza di un atto sconsiderato messo in atto per punire e non per gestire una crisi vera.
Si poteva evitare tutto ciò?
Sicuramente si. Infatti a distanza di poco, pochissimo tempo, sono state adottate misure per il superamento della crisi e la tutela dell’occupazione, misure che avevamo abbondantemente suggerito, misure che pochi mesi prima non hanno voluto adottare per salvaguardare la perdita di ben 11 posti di lavoro.
Oggi, ancora più che mai, crediamo che quei licenziamenti siano stati un’arma per sottomettere le maestranze e dare una lezione al sindacato, un metodo che invece si è dimostrato un boomerang verso le stesse aziende che da oggi sono costrette a risarcire i lavoratori con notevole esborso economico.
Precisiamo che la scrivente Organizzazione Sindacale, che ha dato mandato di patrocinio all’ Avv. Sabina Pizzuto che ha patrocinato i giudizi con grande professionalità, attesa la complessità della materia trattata, per i risultati fino ad oggi raggiunti, ritiene che la tutela risarcitoria sia solo il primo passo e che non ci fermerà esclusivamente al provvedimento di risarcimento, proseguirà per il rispetto e la tutela dei lavoratori, continuerà forte e consapevole che sarebbe bastato onorare poche e fondamentali regole, le stesse regole uguali per tutti i lavoratori d’Italia, per cercare di coinvolgere il sindacato e i lavoratori a continuare a svolgere quanto dimostrato in questi anni, un lavoro di qualità indiscussa senza adottare provvedimenti atti a mortificare gli uomini e le donne che prestano la loro attività nell’area del porto di Gioia Tauro e nel mondo del lavoro più complessivamente.
Confidiamo nella Giustizia e, nell’ attesa di ulteriori ordinanze sempre relative alla fase sommaria, continueremo con le opposizioni – conclude -per fare in modo che i destinatari di questi provvedimenti di risoluzione del rapporto possano alla fine essere reintegrati nel posto di lavoro.”