Crotone è in Serie A: la “Cenerentola” d’Italia da ultima diventa prima
Come nella bellissima fiaba popolare la città Cenerentola d’Italia in tante altre classifiche e cose, finalmente da ultima è diventata prima vestendo a Modena i panni della regina vincitrice. Il Crotone Calcio, stemma sportivo del miglior footall non solo calabrese ma dell’intero Mezzogiorno, questa notte entra matematicamente ed ufficialmente in Serie A dopo aver conquistato a pieno titolo il campionato di B; al comando della classifica ormai da molte settimane, praticamente a poche giornate dalla conclusione del torneo cadetto.
UN TRAGUARDO PRESTIGIOSO, meritato sul campo per intelligenza, fair play, buon calcio, assoluto rispetto dei valori dello sport e della competitività, messi in mostra in ogni campo di gioco nazionale. Una corsa che era cominciata con la straordinaria ouverture alla ‘Scala del calcio’ italiano, in quel di San Siro, affrontando un blasonato Milan con coraggio, umiltà, senza mai inchinarsi alla potenza del blasonato club rossonero che pure dava il buon auspicio per un campionato splendidamente giocato e concluso alla grande.
Tutta intera la comunità crotonese, insieme alla Calabria, gioisce d’orgoglio per questo risultato eccezionale tributando il trionfo all’intera compagine pitagorica che, da sempre, ha lavorato seriamente, impegnandosi con tenacia e senza pressappochismo, nella realizzazione del complesso e difficile salto di qualità dall’ambito dilettantistico a quello professionistico.
Per sviluppare e portare a compimento un tale progetto ambizioso, che ha visto questo piccolo ma storico club partire dai più sperduti campi di periferia per giungere nei più importanti stadi del Paese, nell’Olimpo calcistico italiano ed europeo, ci sono voluti non uno ma tanti campionati, alcuni vincenti e altri perdenti, non uno ma tanti anni di duro lavoro sempre spesi nella speranza di agguantare quel punto e quel goal che avrebbero fatto storia e, soprattutto, aperto un varco nell’ambito di un sempre guardingo e scontroso ambiente della grandi squadre della storia nazionale.
Così, forse, immaginiamo che miglior cosa non sarebbe oggi che l’augurio dato con le parole di un Gianni Brera o di un Nando Martellini, con la voce indimenticabile di Beppe Viola o di Enzo Tortora, che certo avrebbero trovato un conio adatto per questa squadra, autentici discendenti crotoniati dell’epopea di Milone che prende nelle sue mani la straordinaria eredità sportiva dei grandi atleti olimpionici che hanno fatto leggendaria nella storia l’immagine e il simbolo dell’antica Kroton.
ANCHE QUESTO È IL CALCIO, un magico impasto di mito, emozioni, ricordi che fa galoppare i sogni, scaldare il sentimento di rivincita e di riscatto aggrappandoci ai colori del nostro vessillo, degustando la dialettica del caffè intanto che si aspettano i giorni del calendario fantastico della Serie A per vedere, non più di nascosto, l’effetto che fa Crotone-Juventus, Crotone-Milan, Crotone-Inter, Crotone-Napoli, Crotone-Bologna, ben sapendo che questa volta non sono né linee né pullman che ci uniscono con i vertici del calcio italiano.
Ecco perché e proprio perché siamo consapevolmente ‘british’ nelle valutazioni e nei giudizi, anche noi di CN24 esultiamo con tutti i crotonesi e i calabresi ma, allo stesso tempo, vediamo già in prospettiva le nuove e più articolare problematiche che pone a questa città la sfida del Massimo Campionato.
E poiché il calcio non è romanticismo ma una vera e propria economia di settore, con risvolti sociali e politici, siamo altresì convinti che l’impegno richiesto per gestire l’immane impresa della Serie A richiede un immediato, rapido quanto enorme cambiamento di un sistema pubblico di accoglienza locale, regionale e territoriale di cui, al momento, non vi è alcuna traccia. Con questo intendiamo farci parte propositiva anche segnalando che Crotone non è la prima società di calcio che raggiunge la massima serie. Per profonda diversità dei momenti storici è evidente scartare ogni paragone con la straordinaria esperienza dei giallorossi del Catanzaro di Mammì e di Palanca.
Tuttavia abbiamo esempi e casi di comparazione più vicini, anzi contemporanei, come quello degli amaranto della Reggina Calcio che ci devono far riflettere e stare in guardia per gli esiti disastrosi che sulla città dello Stretto e sui bilanci pubblici comunali ha purtroppo avuto - con ricadute negative che pesano ancora oggi - quell’esperienza.
Si tratta di affrontare concretamente i necessari nodi strutturali. Tutti sentiamo il bisogno e il desiderio di essere all’altezza perché, per la prima volta osservati più da vicino, potrebbero cadere definitivamente tanti luoghi comuni che tendono a denigrare le nostre più vere qualità.
STADIO, ACCOGLIENZA, CHIAREZZA E TRASPARENZA nelle responsabilità e negli investimenti sono ora all’evidenza di tutti senza che si perda di vista nell’illusione del momento che il calcio è certamente un fatto pubblico ma interamente nelle mani del privato che deve saper gestire impeccabilmente ogni parte del proprio bilancio, composto da uscite ma anche d’entrate, spese e perdite ma anche di profitti industriali e commerciali.
In questo senso abbiamo davanti un’occasione davvero speciale e unica da non perdere. Che non possiamo sprecare. Ma solo se vince lo spirito di squadra e non gli interessi di parte.
Come dicevano gli antichi romani quando decretavano e tributavano il trionfo ai grandi condottieri: “Respice post te! Hominem te memento!", “Guarda dietro te! Ricordati di essere un uomo!”. Questo è il nostro sincero augurio a tutta la dirigenza del Crotone Calcio, al Mister e agli atleti che iscrivono il loro nome nell’Albo d’Oro dei nostri campioni accanto a quelli della Magna Grecia e agli indimenticabili altri olimpionici dei giochi moderni; a tutta la compagine di tecnici, assistenti e altri addetti che hanno coralmente e collettivamente onorato la fiducia dei tifosi e degli appassionati, tenendo alta la bandiera della dignità rossoblù che, da generazione in generazione, è sempre nel cuore di tutti crotonesi.
IL VOSTRO È UN RISULTATO ESEMPLARE che mette in evidenza come il genio del sud sia davvero straordinario, non sempre facilmente riconducibile nel facile e ingiusto schema dell’inferiorità storica e antropologica ma, da sempre, capace e pronto a esprimere, quando è messo in condizione positive per farlo, grandi momenti di crescita e di successo.
Laureati con il massimo dei voti giunga ai nostri giocatori l’ad maiora dei nostri lettori e della nostra redazione.