Catanzaro: Tarantino (Pd), adesso mettiamoci a disposizione del commissario

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Mi fa piacere aver stimolato, con il mio intervento sulla “rimpatriata”dell’altra sera, il “compagno” Tomasello a scrivere la nota con la quale dice no ad inutili guerre di religione, come se in questi due anni, da quando lui e la Corea dirigono il provinciale, si sono tenute solo guerre.- Lo scrive in una nota Antonio Tarantino del Comitato cittadino Pd Catanzaro - Francamente io non né ho viste, se mai ho assistito impotente ad un appiattimento sulle posizioni del “governatore”, che fino ad una settimana prima del voto era considerato, dalla quasi totalità del gruppo dirigente provinciale, il Dio in terra, col quale avremmo stravinto le elezioni. Il problema se mai è ed è stato, che in questi due anni nessuno si è accorto che c’era il Pd a Catanzaro, tranne i gruppi dirigenti ristretti impegnati costantemente a difendere l’indifendibile e che ora si adoperano a prendere le distanze da chi è pronto a portare le proprie truppe da qualche altra parte. A memoria d’uomo in questi due anni non c’è mai stata una sola iniziativa sui problemi della gente, quegli stessi che oggi Tomasello rinfaccia al governo nazionale ed al nuovo presidente della giunta, perché non bisognava disturbare il manovratore. Oggi è semplice appellarsi alla ricostruzione di un partito che ridia voce a chi non c’è l’ha. Ben venga. Caro Pino le lancette ferme ed il passato remoto le hai sostenuto apertamente in questi due anni. Ora, per evitare la retorica, ed aiutare la ricostruzione, dovresti dire chi ha impedito a te, responsabile d’organizzazione del Pd provinciale, all’esecutivo oltre che alla assemblea provinciale, nominata il 25 gennaio 2009, di costruire il partito. Non è che forse quella assemblea, quell’esecutivo e la segretaria erano emanazione diretta di Amato e Loiero, e per non fare battaglia politica, ti sei serenamente accomodato? In questi due anni, spesso, sono stato costretto ad esprimere pubblicamente le mie opinioni per l’impossibilità di poter discutere di “politica” all’interno degli organismi dirigenti. Mi sarei aspettato dal “compagno” Tomasello, dopo il trauma politico del commissariamento del regionale, una convocazione di quello che rimane del gruppo dirigente provinciale, nella quale si potesse affrontare il problema che lui dice di aver discusso l’altra sera, in quella rimpatriata, per me legittima, di un’area del Pd cioè, di come proseguire (quando si è iniziato?) un’azione di ricambio e rinnovamento della politica del partito democratico. A me ed a tanti altri amici e compagni ci è stato impedito di discutere perché nessuno ha convocato uno straccio di riunione. Vorrei ricordare a Pino che da solo ho dovuto fare la battaglia sulle regole, come quella sul doppio incarico di Amato, che oggi è all’epilogo. Sarebbe utile ed opportuno che anche lui, così come lo faccio io, facesse un appello ad Amato di rispondere almeno al commissario Musi, su quale dei due incarichi elettivi vuole mantenere. Se come spero vogliamo tutti, riscoprire la passione della partecipazione democratica, c’è bisogno che le regole debbano valere sempre e per tutti, e nelle nostre regole, purtroppo per qualcuno, esiste anche il commissario, che il partito nazionale manda quando in una regione o provincia è cancellata l’agibilità democratica, quell’agibilità che in parte anche Tomasello ha contribuito a cancellare in Calabria ed a Catanzaro.