Lotta alla contraffazione: maxi sequestro della Gdf a Reggio Calabria, in manette 16 persone

Reggio Calabria Cronaca

Dalle prime luci dell’alba, la Guardia di Finanza di Reggio Calabria sta eseguendo una imponente operazione che ha consentito di disarticolare un’associazione per delinquere, ramificata sul territorio cittadino, dedita alla produzione e commercializzazione di capi ed accessori di abbigliamento riportanti marchi contraffatti.

Sono in corso di esecuzione 16 ordinanze di custodia cautelare, di cui 6 in carcere e 10 agli arresti domiciliari, emesse dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria e 40 perquisizioni locali. Si sta procedendo, inoltre, al sequestro preventivo di beni mobili ed immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro.

I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione, alterazione e uso di marchi e segni distintivi ovvero di brevetti, all’introduzione nello Stato e conseguente commercio di prodotti con segni falsi; il tutto aggravato dalla commissione sistematica del reato attraverso l’allestimento di mezzi e attività organizzate.


Era una vera e propria “industria della contraffazione”, costituita da un astuto cartello criminale in grado di condizionare il regolare svolgimento delle attività economiche, quella scoperta dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria con l'operazione denominata "Easy brand".

I dettagli dell'operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa svoltasi al comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria alla presenza del procuratore capo Federico Cafiero de Raho.

LE INDAGINI, coordinate dalla locale Procura della Repubblica -Direzione Distrettuale Antimafia-, sono partite dal sequestro di migliaia di capi d'abbigliamento a carico di un cittadino senegalese, nonché dal rinvenimento di un fabbrica artigianale che non poteva giustificare l’enorme quantità di materiale sequestrato.

I “Baschi verdi” del Gruppo di Reggio Calabria sono riusciti così a creare una precisa mappatura delle aree di vendita ed a delineare compiutamente l’operatività e i ruoli dei numerosi sodali dell’organizzazione.

Le successive attività, rinforzate da appostamenti e pedinamenti, hanno portato all’individuazione dell’intera filiera della contraffazione, dall’acquisto della materia prima “vergine”, direttamente in Turchia, in Cina, nonché in diverse regioni del territorio nazionale, al confezionamento del prodotto finale destinato a rifornire gran parte dei mercati della Provincia, nonché ad evadere specifici ordini commissionati anche da clienti operanti fuori dal territorio cittadino.

L’Organizzazione criminale, in cui ogni persona aveva dei ruoli ben definiti, capeggiata da Giuseppe Spatari, di 55 anni, e Macouna Lo, alias “Giulio”, di 57, cittadino italiano di origine senegalese, aveva impiantato sul territorio reggino diverse fabbriche attrezzate con moderni macchinari industriali per mezzo dei quali era possibile imprimere i marchi delle griffe di moda direttamente sui capi.

Dagli approfondimenti investigativi è emerso che gli indiziati utilizzavano stabilimenti in parte completamente clandestini ed in parte operanti in violazione delle norme sui diritti di proprietà industriale, in quanto risultati sprovvisti di qualsiasi tipo di autorizzazione e della licenza di rivenditore ufficiale. A dimostrazione di ciò è stato scoperto un laboratorio tessile con regolare partita IVA ma al cui interno si perpetrava il reato.

In tal modo il sodalizio criminale è stato in grado di creare un vero e proprio mercato “parallelo” del falso di enormi dimensioni ed in grado di compromettere seriamente i canali leciti di rifornimento. Sono stati oltre 150.000 i capi di abbigliamento ed accessori contraffatti sequestrati nel corso dell’indagine..

Tra i danneggiati dall’attività illecita vi sono, chiaramente, anche i consumatori finali, i quali hanno comprato prodotti qualitativamente scadenti e, talvolta, pericolosi per la salute.

L’entità del fenomeno è descritta dettagliatamente dagli esiti complessivi dell’attività investigativa, con la denuncia di 40 soggetti, 16 dei quali destinatari della misura cautelare personale ed il sequestro di 3 immobili, 7 autovetture, 18 macchinari industriali, disponibilità finanziarie intestate ai soggetti colpiti da misura cautelare, oltre a 150.000 capi ed accessori d’abbigliamento contraffatti.

In carcere sono finiti: Giuseppe Spatari, di 55 anni, natto a Reggio Calabria; Giovanni Capone, di 46 anni, nato a Frattamaggiore; Macouna Lo, di 57 anni, nato in Senegal; Malick Hadji Gaye El , di 45 anni, nato in Senegal; Jaspal Singh, di 35 anni, nato in India; Rajinder Singh, di 32 anni, nato in India.

Agli arresti domiciliari, invece, sono stati sottoposti: Ganna Krutko, di 38 anni, nata in Ucraina; Baljit Singh, di 28 anni, nato in India; Stefano Erano’, di 49 anni, nato a Reggio Calabria; Mohammed Kadiri, di 30 anni, nato in Marocco; Demetrio Periti, di 49 anni,nato a Reggio Calabria; Fatiha Khtibari, di 30 anni, nata in Marocco; Nabil Ali Hassan, di 64 anni, nato in Egitto; Abdelhamid Farhat, di 36 anni, nato in Tunisia; Mamadou Moustapha Sarr, di 36 anni, nato in Senegal;Ndoye Samba, di 26 anni, nato a Touba (Senegal).

(Aggiornata alle 12:10)