Omicidi Colosimo-Angotti, contestata aggravante mafiosa
Carmine Scarpino, imputato del duplice omicidio di Domenico Colosimo e Giuseppe Angotti, avrebbe agito con l'aggravante del metodo mafioso. Ne è convinto il pubblico ministero Vincenzo Capomolla che, ieri, durante l'udienza davanti ai giudici della Corte di appello di Catanzaro, ha chiesto che all'imputato possa essere contestato anche l'articolo 7 per l'aggravante mafiosa con cui lo stesso avrebbe agito. Il pm ha evidenziato, nel corso dell'udienza, che Scarpino avrebbe agito "avvalendosi della forza associativa e della condizione di assoggettamento e di omerta' che ne deriva e per agevolare l'attivita' dell'associazione riferibile a Sergio Iazzolino e Sergio Pisani". Nell'udienza di ieri, Scarpino era stato chiamato a deporre, ma lo stesso non si e' presentato davanti ai giudici (presidente Francesco Neri), i quali hanno deciso di acquisire le dichiarazioni rese dallo stesso nel 2001, quando si auto accuso' degli omicidi Colosimo e Angotti. In aula e' comparso, invece, il medico in servizio presso il Centro di salute mentale del capoluogo che ha avuto in cura l'imputato, il quale ha descritto la personalita' dell'imputato e sottolineato la capacita' di ragionamento di Scarpino. Da parte della difesa, inoltre, la richiesta di acquisire informazioni dal Servizio di protezione dei collaboratori di giustizia, a cui Scarpino e' stato sottoposto per un periodo. L'udienza per la discussione finale e' stata, quindi, aggiornata al prossimo 10 febbraio. Per quanto riguarda l'omicidio di Domenico Colosimo, sarebbe avvenuto il 23 giugno 1997 a Zagarise (Cz), ma il corpo della vittima non e' mai stato ritrovato, mentre Giuseppe Angotti e' stato ucciso a Cotronei (Kr) il 13 agosto 2008. Nel primo episodio Scarpino sarebbe stato il killer, nel secondo avrebbe fatto parte del gruppo di fuoco.