Processo a Scarpino. I periti: il pentito è capace di intendere
Carmine Scarpino, 39 anni, di Sersale nel Catanzarese, collaboratore di giustizia ed imputato per i due omicidi di Giuseppe Angotti e Domenico Colosimo, avvenuti oltre dieci anni fa, e' capace di stare in giudizio. Sulla capacita' processuale dell'imputato si sono pronunciati oggi i periti nominati dalla Corte d'assise di Catanzaro, Massimo Rizzo e Wanda Rao, i quali dovranno tornare in aula il 15 aprile per rispondere all'altro quesito formulato dal Collegio giudicante, relativo alla capacita' di Scarpino di ricordare compiutamente.
Il 39enne è sotto processo per un primo omicidio, quello di Domenico Colosimo, e dell'occultamento del cadavere dell'uomo, oltre che di detenzione e porto illegale della pistola con cui questi venne ucciso. Il corpo della vittima tuttora non e' stato trovato, ma gli inquirenti fanno risalire la sua morte al 23 giugno del 1997, quando scomparve a Zagarise.
Lo stesso imputato, anni dopo, a confermare che Colosimo sarebbe stato ucciso a colpi d'arma da fuoco, e poi sotterrato in una buca che egli fu costretto a scavare con le sue stesse mani.
Scarpino e' imputato inoltre della morte di Giuseppe Angotti, 44 anni, piccolo allevatore di bestiame, massacrato il 13 agosto del 2008 a Trepido' di Cotronei, nel crotonese, a colpi di fucile e pistola, da un commando a bordo di una Fiat Uno bianca.
Dei due delitti lo stesso Scarpino ne parlo' con gli inquirenti, ed inizio' la sua collaborazione con la giustizia nell'ambito delle indagini della Dda che sfociarono nell'operazione "Restauro", diretta contro le 'ndrine del Crotonese.