Uniti per Carlopoli e Castagna: consiglio comunale, “Sindaco Scorretto”
Emanuela Talarico, Salvatore Aiello e Carlo Sacco, consiglieri comunali del Gruppo Consiliare "Uniti per Carlopoli e Castagna" hanno voluto far conoscere all’opinione pubblica quanto accaduto durante l’ultima seduta dell’Assise cittadina, svoltasi il 26 settembre al Comune di Carlopoli e durata per ben sei ore.
“Segnaliamo, da subito – affermano i consiglieri - la scorrettezza avuta, all’inizio dei lavori del Consiglio, dal Sindaco-Presidente Mario Talarico, il quale, conscio della delicatezza degli argomenti da trattare, ha preteso la modifica dell’ordine del giorno – nella speranza che qualche cittadino abbandonasse prima della discussione l’aula – nonostante lo stesso fosse stato discusso e concordato nella conferenza dei capigruppo alla presenza del Segretario Comunale”.
Oltre ad affrontare dei punti programmati di aspetto tecnico, “per i quali non si è potuto prendere parte alle votazioni per una mancata e adeguata informazione in merito alle tematiche da trattare”, sono state affrontate due questioni di forte rilevanza politica e gestionale chiesti proprio dal Gruppo Consiliare “Uniti per Carlopoli e Castagna”.
Il primo riguardava un dibattito politico-amministrativo e gestionale sul progetto “Carlopoli@Sostenibile” (finanziato nel 2009 dalla Regione Calabria per un importo di circa 200 mila euro nell’ambito della misura Psr Calabria 2007-2013 Asse 3 Misura 1 e prorogato per inadempienze varie fino a dicembre 2015). “Il Sindaco – sostengono i consiglieri - forte di una superiorità numerica, ha impedito che si svolgesse per come richiesto dai Consiglieri d’Opposizione, ovvero sul modello question time. A questo punto il consigliere Carlo Sacco si è visto costretto a riformulare il suo intervento che prevedeva una sorta di botta e risposta in modo da renderlo più comprensivo possibile. Il Sindaco, avendo gioco facile, ha pensato bene di rispondere semplicemente leggendo l'allegato dello stato finale pubblicato all'albo pretorio, evitando, di fatto, di rispondere. Troppi i quesiti lasciati aperti. Proprio quelli più spinosi. Proprio quelli a cui, un Sindaco che fa della legalità e della trasparenza un proprio cavallo di battaglia, avrebbe dovuto dar spiegazioni senza ricorrere a sotterfugi vari”.
“In ogni caso - ribadiscono - tutte le ambiguità sono state rimarcate dal gruppo consiliare Uniti per Carlopoli e Castagna: l’abnorme cifra devoluta in consulenze (circa 75.000 Euro) verso la società Contesti Srl; affidamenti diretti per incarichi di vario tipo a persone legate alla suddetta società, incarichi per un’ex candidata non eletta nella lista del Sindaco nelle elezioni del 2010, affidamenti diretti alla società Sitef Sas di proprietà dei figli del direttore del Gal del Reventino (incarico cessato al 31 dicembre 2015), del quale l’assessore Maria Antonietta Sacco è dipendente e lo stesso Sindaco siede nel CdA, oltre alla enorme mole di risorse spese in sagre”.
Altra risposta non ottenuta riguarderebbe un affitto per un immobile, “il cui bando apparentemente fatto ad hoc – dicono i consiglieri - ha consentito alla cognata del Vice-Sindaco Federico Piccoli (assente in consiglio), di percepire una somma di euro 550 al mese. All’epoca dei fatti, il figlio, sedeva in consiglio in qualità di consigliere di minoranza. Già il fatto che il Vice Sindaco Federico Piccoli sia oggi componente della giunta di quella stessa compagine amministrativa appare strano, l’assenza di ieri non può che rafforzare, purtroppo, i nostri dubbi e le nostre perplessità in merito alla vicenda sopra descritta”.
“Tralasciando la mole enorme di materiale di vario tipo, tra cui arredi e personal computer acquistati di cui non conosciamo, oggi, la precisa collocazione, un’altra cosa su cui ci sarebbe piaciuto discutere - aggiungono da Uniti per Carlopoli e Castagna - è il fatto che la chiusura della rendicontazione fosse stata affidata ad un consulente esterno, al costo di circa euro 3.500 legato alla stessa società Contesti. Situazione che in un Comune con organico di categoria D6 non dovrebbe essere consentita, per cui è stato necessario porre un quesito alla Corte dei Conti per verificare un eventuale danno erariale arrecato alle casse dell’Ente”.
“Tutto ciò – continuano i consiglieri - lascia l’amaro in bocca per quella che sarebbe potuta essere, se utilizzata diversamente, una grande occasione per incentivare, finalmente, il turismo nel nostro piccolo comune. Tutto ciò ha costretto, inevitabilmente, la capogruppo di minoranza Emanuela Talarico a chiedere al segretario di sigillare il fascicolo contenente la documentazione e di inoltrarlo, insieme alla delibera di consiglio, alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica e alla Guardia di Finanza. Ci si augura di ottenere finalmente chiarezza su quello che appare un progetto intriso di clientelismo in cui c'è stata una palese assenza di programmazione ed uno sperpero di risorse pubbliche”.
All'interno dello stesso consiglio il consigliere Salvatore Aiello, spiegano ancora dal Gruppo, aveva depositato agli atti un'email finita, “per mera distrazione, all’interno del fascicolo riguardante un progetto di valorizzazione delle aree rurali finanziato sempre dalla Regione Calabria. In questa mail un attore esterno, legato alla già citata Contesti e già nominato consulente esterno, suggeriva al Sindaco, Mario Talarico, nomine al quale affidare incarichi e consulenze. Inoltre è stato chiesto al Segretario Comunale, richiamandolo alla sua funzione di responsabile Anti Corruzione, di intervenire sull’annosa vicenda della colletta popolare iniziata il 2013 per l'acquisto del defibrillatore, di cui non si ha contezza né della cifra raccolta e né del perché non vi sia a bilancio uno specifico capitolo nel quale inserire tali fondi, per come previsto dalla legge. La grave irregolarità della vicenda sta nel fatto che sono state rilasciate ricevute recanti il timbro del Comune di Carlopoli; tutte a firma del Sindaco Mario Talarico”.
Per ultimo la discussione si è incentrata su di un allaccio abusivo di corrente elettrica, che dal contatore dell’immobile comunale che ospita il progetto Sprar, gestito dalla cooperativa “Atlante”, riforniva di energia “attraverso un filo volante, un’abitazione privata, di proprietà del Sindaco, nonché anch’egli responsabile Sprar, Mario Talarico. Lo stesso – sostengono ancora i Consiglieri - ha dichiarato che non si tratta di furto di energia elettrica in quanto la sua abitazione sarebbe affidata in comodato d’uso gratuito alla stessa cooperativa, che ne fa un uso estraneo alle attività connesse al progetto Sprar, ammettendo – di fatto – che il suddetto allaccio conduceva da uno stabile ad utilizzo pubblico ad uno di utilizzo privato”.
“Noi della minoranza – aggiungono - siamo rimasti basiti nel constatare l'atteggiamento di un sindaco che non trova niente di strano in tutto ciò prendendosi il lusso di asserire «vi è andata male». È inammissibile che questa situazione si sia protratta nel tempo senza che nessuno vi abbia posto rimedio. Premesso che le bollette dell'energia elettrica, per quanto riguarda lo Sprar, le paga la cooperativa con fondi ministeriali, a quanto pare è evidente che il ministero paga anche per le attività private della cooperativa. Tutto ciò stando a quanto dichiarato dal primo cittadino. Invocheremo al più presto l'intervento del Prefetto facendo presente che, ben due volte, si è ricorso ad affidamento diretto dei relativi servizi di accoglienza per cifre (primo triennio circa euro 550.000, secondo biennio circa euro 400.000) che superavano di gran lunga le soglie comunitarie previste dal codice degli appalti”.