CnC: “Legge Catanzaro Capoluogo: si abbia più coraggio!”

Catanzaro Attualità

"L’iniziativa del sindaco Abramo di coinvolgere i consiglieri regionali della Calabria Media e il presidente della Provincia attorno ad una proposta di legge per Catanzaro Capoluogo è da salutare certamente con favore, sebbene mostri dei gravi limiti, giacché sono anni che la città soffre anacronistiche e campanilistiche erosioni delle sue prerogative. Anzi i tentativi di limitarne ruoli e funzioni mediante sottrazione, dirottamento o non riconoscimento di enti e uffici è tuttora in corso". E' quanto scrive il Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore”.

"Pertanto - continua la nota - alla luce di tutto ciò riteniamo sia urgente, per la dignità del capoluogo regionale, intervenire mediante una norma appropriata. Ma, per l’appunto, affinché sia davvero appropriata, la legge che si intende promuovere dovrà mostrare più coraggio, perché così come l’abbiamo letta appare gravemente monca.

Non vi è traccia infatti di due elementi fondamentali per restituire a Catanzaro la pienezza del suo status di capitale regionale: il Consiglio Regionale e la sede della RAI (la sede centrale, ovviamente, non la stanzetta di rappresentanza!).

Comprendiamo che il linguaggio “politicamente corretto” sia comodo per evitare incidenti diplomatici e quindi che la narrazione della questione del capoluogo venga sempre edulcorata; ma se vogliamo affrontare seriamente il problema relativo alla pienezza dello status istituzionale del capoluogo, allora è inutile girarci attorno con sterili buonismi: che piaccia o no occorre in primis sanare alcune gravi anomalie e perciò riportare a Catanzaro il Consiglio Regionale, vero peccato originale da cui discendono tutte le altre incomprensibili e campanilistiche rivendicazioni da parte di altri territori rispetto a questo o quell’ufficio.

Similmente, la sede della RAI ubicata in modo assai bizzarro a Cosenza anziché nel capoluogo è figlia di quell’indebolimento istituzionale.

Ma le anomalie non vanno mai in prescrizione: debbono essere sanate, non metabolizzate solo perché il tempo passa “e…ormai è così”!

Si abbia allora il coraggio di aggredire la situazione in modo concreto, senza fronzoli. E soprattutto si abbia la volontà di affrontarla non solo per secondi fini, magari perché torna utile alla campagna elettorale, ma perché si crede davvero all’importanza vitale dell’argomento.

Infine, a malincuore riteniamo che la politica calabrese non avrà la capacità e la maturità idonee per decidere su questa faccenda, dal momento che troppi particolarismi beceri hanno il sopravvento sul buon senso e sulla necessità di razionalizzare. Non è un caso che il nostro Movimento già negli anni passati tentò di dare uno scossone alla causa facendo ciò che il personale politico del territorio non seppe e non volle fare quando addirittura non ostacolò il progetto: ci riferiamo al disegno di legge n. 213, denominato “Catanzaro Capitale”, che facemmo presentare al Senato il 21 maggio 2009.

Forse è proprio da lì, da Roma, che si potrebbe ripartire se la politica calabrese continuerà a rappresentarsi omertosa, incapace e complessata dal tabù di un duopolio francamente anacronistico oltre che dispendioso".