Polemica sui vertici Akrea. Interviene Talarico: amichetto? Rimando indietro il diminuitivo
Riceviamo e pubblichiamo.
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“Caro Vincenzo (Ruggiero, ndr), ti scrivo nella tua qualità di Direttore della testata Cn24, constatando, con il giusto rammarico, delle considerazioni svolte in un articolo pubblicato venerdì senza firma dedicato alla questione della raccolta differenziata ed ai vertici di Akrea.
Non entro nel merito delle considerazioni generali svolte e che ritengo gravemente lesive delle persone interessate. Ma intendo ribadire brevi sottolineature.
La prima è che ho l'onore di essere amico dell'on Gaetani di cui sono note le qualità di integra condotta politica ed amministrativa.
Sul termine "amichetto" che si riferisce ovviamente alla mia persona devo dire che il diminuitivo rende l'idea di una persona che n on ha né dignità e né autonomia.
E qui a chi ha scritto quella affermazione forse sarebbe il caso ricordare che non scambio con nessuno il coraggio con cui ho affrontato le due più grandi sfide della mia vita: la perdita di un figlio ed il mio viatico giudiziario.
Quindi rimando indietro il diminuitivo restituendolo a chi pensa di essere capace di dispensare sentenze e giudizi davvero miseri.
Per il mio prestare professione nel campo dell'informazione solo alcune puntualizzazioni. La prima riguarda i titoli. Sono iscritto all'Ordine dei giornalisti pubblicisti dal 1983 ed ho prestato la mia opera preso alcune prestigiose testate giornalistiche nazionali.
E se oggi continuo questa attività presso una nota testata televisiva regionale non lo faccio per spirito artistico.
Queste le mie modeste considerazioni che ritengo possano arricchire i contenuti della tua testata così come è scritto a piè di nota degli indirizzi. Per ultimo la mia considerazione che ho espresso anche su un commento su Facebook contenuto nella meraviglia circa un equilibrio sempre evidenziato da Cn24.
Grazie per l'ospitalità ed una sola raccomandazione sul tema rifiuti e riguarda peculiarmente la notizia vera; quella che Akrea è un Ente strumentale del Comune e non persegue scelte isolazioniste fuori dal contesto dell'unico socio e proprietario di Akrea che si trova a piazza Municipio. Cordiali saluti”
Carmine Talarico
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Caro Carmine, ti do anch’io del tu com’è nostra consuetudine e perché ritengo inutili i falsi convenevoli. Sul fatto che ti sia sentito coinvolto nella nostra disamina me ne spiace da collega oltre che da conoscente di vecchia data.
Ma ti preciso, anch’io, che nessuna allusione offensiva vi è nel termine “amichetto”, che hai voluto erroneamente vedere riferito alla tua persona ma che trattasi solo di un diminuitivo per rimarcare amicizie che affondano radici nell’infanzia. E di amicizie ce ne sono tante.
Nessuna offesa gratuita e lesiva sono certo si possa poi trarre nemmeno dalla lettura dello stesso fondo: né nei confronti di professionalità “mediali”, soprattutto le tue e su cui alcun accenno o critica è stata assolutamente mossa (e non ne vedo al momento il perché se ne potessero muovere), ma soprattutto nei confronti di Gaetani: in taluni casi, nell’excursus narrativo, quasi difeso nella sua integrità politico-amministrativa.
Quanto all’equilibrio della nostra testata, che non solo ho contribuito a fondare ma che dirigo ininterrottamente da quasi dieci anni, fai bene a sottolinearne la sua consistenza ed attualizzazione ben sapendo, da attento osservatore del settore, quanto questo giornale abbia combattuto “da solo” per consolidare la sua autorevolezza e come lo stesso non nasconda anime grigie o fantasmi che ne accompagnino il cammino, fatto solo del sudore di giovani professionisti che per fare “il mestiere più bello del mondo” hanno dovuto inventarsi loro stessi editori.
Infine, sul punto relativo alla società Akrea ti ringrazio per avermi ricordato il fatto che sia un ente strumentale del Comune di Crotone. Lo stesso, con a capo l’attuale sindaco, che ne ha nominato un presidente che, a sua volta, ha pieni poteri decisionali (e gestionali) conferitigli per legge e sostanziati nel Codice Civile e che, se non condivisi con i soci o dai soci (il Comune), porta a due sole alternative: nel primo le dimissioni, nel secondo il licenziamento.
Resta pur sempre vero, però, che l’ente pubblico, socio maggioritario, abbia il dovere della trasparenza rendendo pubblici i meriti e i requisiti che hanno condotto ad una scelta piuttosto che ad un’altra. Elemento la cui assenza, questo sì!, potrebbe apparire “gravemente lesivo” ma per i contribuenti.
Vincenzo Ruggiero