Cosca Pesce di Rosarno. Sequestrati i beni al braccio destro del boss
La Polizia di Stato, dopo una articolata attività investigativa di natura patrimoniale, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, ha messo a segno l’ennesimo attacco agli interessi criminali della ‘ndrangheta, dando esecuzione ad un provvedimento di sequestro, emesso dal Tribunale, che ha interessato beni riconducibili a Filippo Scordino 42 anni, attualmente detenuto, arrestato il 4 aprile nell’ambito dell’operazione “Recherche”.
Il blitz di allora aveva consentito la cattura a Rosarno di Marcello Pesce, 53 anni, latitante da oltre sei anni, di cui lo stesso Scordino è ritenuto il braccio destro con il compito di gestire, in suo nome e per suo conto, il settore strategico per la cosca del trasporto merci su gomma.
Le indagini patrimoniali, condotte dall'Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, dimostrerebbero una sproporzione tra i redditi percepiti dall'uomo e il patrimonio a lui direttamente o indirettamente riconducibile, e ritenuto dunque frutto del reimpiego di capitali illeciti.
Il Tribunale, accogliendo le risultanze delle investigazioni, ha disposto così i sigilli al 50% della società “S.&T. Logistic Srl”, con sede a Rosarno, che si occupa ad del trasporto merci su gomma; a due trattori stradali; conti correnti intestati a Filippo Scordino e ai familiari conviventi.
Il valore dei beni sequestrati ammonta complessivamente a circa un milione di euro.