Giordano (Idv): “Unicredit investe al nord. Porto di Gioia Tauro fuori da ogni piano”
“Avevamo visto giusto, purtroppo. Mesi fa, sia a livello regionale che nazionale con una interrogazione dell’On. Ignazio Messina, paventammo quello che ad oggi è un disegno perverso che tende ad emarginare e a fare uscire fuori da tutti i discorsi di sviluppo il porto di Gioia Tauro”.E’ quanto afferma in una nota, il consigliere dell’Idv Giuseppe Giordano.” Il progetto è stato presentato ieri in una conferenza stampa presso il Ministero degli Esteri, alla presenza di Franco Frattini, titolare del dicastero, Raffaele Fitto, Ministro degli Affari regionali e l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni. Una piattaforma portuale e strutturale dunque, dell’area Trieste-Monfalcone per intercettare il traffico dei container verso il nord-est dell’Europa con risparmi fino a nove giorni rispetto a tutti gli altri porti. Un miliardo di euro che una delle più grosse banche italiane ed europee mette a disposizione per rilanciare un’autorità portuale del Nord. Noi questo lo avevamo temuto e come se non bastasse si arriverà persino ad un discorso di privatizzazione della struttura e sarà altresì annunciato l’interessamento del San Paolo , sull’altro versante dell’Italia , verso il porto di Genova. Questo va nella direzione dell’affossamento definitivo del porto di Gioia Tauro che continua a rimanere porto di transhipment, orientato ad una politica coloniale con uno sfruttamento della manodopera locale e della struttura stessa perché è stata data gratuitamente alla società che lavora nel porto e nulla si è voluto compiere rispetto alle politiche da noi evocate per rilanciare in modo concreto e duraturo questo porto che rappresenterebbe il volano dello sviluppo dell’intero sud Italia, nella direzione dello sdoganamento delle merci e della zona franca. In questo senso la ferrovia doveva continuare a restare per far si’ che ci fosse anche il trasporto su rotaia in modo da far rimanere almeno un elemento di competitività nei confronti degli altri porti. Quei nove giorni – continua Giordano- che oggi recupera Trieste li avrebbe potuti recuperare Gioia Tauro se fosse stato messo nelle condizioni di utilizzare il trasporto su ferrovia e allo stesso tempo. Lo sdoganamento merci porterebbe una quota del 10% delle merci sdoganate che andrebbe alla regione e che si potrebbe utilizzare per lo sviluppo del suo territorio tenendo conto che ad oggi il porto versa alla regione Calabria un budget di sessanta milioni di Euro. Deve finire questa politica coloniale di sfruttamento che vedrà poi la Medcenter, quando cesseranno i meccanismi di aiuto alle assunzioni e non riterrà più vantaggioso rimanere a Gioia, abbandonarlo per approdare in un altro già individuato nel nord-africa dove avrà migliori condizioni rispetto all’utilizzo della manodopera e della struttura stessa. Noi dell’Idv continueremo – incalza il consigliere dell’Idv- a monitorare la situazione con i nostri rappresentanti istituzionali e facciamo un appello a tutta la deputazione calabrese affinchè si ribelli nei confronti di questo Governo che continua a penalizzare e ed affossare ogni politica di sviluppo delle nostra regione in antitesi con i proclami che ci propina ogni giorno. Questo deve cambiare – conclude Giordano- per dare una speranza di lavoro e di futuro per le nuove generazioni e perché la Calabria possa uscire da questo intreccio perverso che la tiene legata e la ingessa da ogni ipotesi di sviluppo”.