“Vicini al boss Nicolino”: “bloccati” i beni di due imprenditori cutresi

Crotone Cronaca

Per gli inquirenti non vi sarebbero dubbi: gli imprenditori sarebbero “contigui” alla cosca di ‘ndrangheta di Cutro, il clan che fa capo al noto boss Nicolino Grande Aracri.

Stamani così la Dia di Catanzaro ha apposto i sigilli ai beni di entrambi: in particolare gli uomini della Divisione antimafia hanno sequestrato il patrimonio del 75enne Pasquale Gianfranco Antonio Barberio, imprenditore con rilevanti interessi economici nel settore immobiliare turistico-alberghiero; e confiscato quelli del 52enne Salvatore Scarpino, specializzato invece nella lavorazione del legname e già arrestato nell’ambito dell’operazione “Kyterion”.

Secondo il Tribunale di Catanzaro esisterebbe dunque una “pericolosità sociale” di Barberio, anche alla luce dei “…rapporti di natura economica accertati come intercorrenti” tra lo stesso e il boss Nicolino e che, sempre secondo i magistrati, si sarebbero concretizzati essenzialmente nell’affidamento a Barberio, nel 2000, “di una rilevante somma”, parliamo di un miliardo e mezzo delle vecchie lire, da parte del Grande Aracri e prima che questi venisse arrestato.

Stesso giudizio di pericolosità sociale, invece, quello che ribadisce il Tribunale di Crotone nei confronti di Scarpino, a cui è stata anche applicata la sorveglianza speciale per tre anni con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

Per gli inquirenti l’imprenditore avrebbe agito attraversooperazioni finanziarie e bancarie e investimenti commerciali, anche [con l’ausilio di] prestanomi;…[e ha evidenziato i suoi] contatti diretti e frequenti con Grande Aracri Nicolino, [per il quale si è posto da intermediario con]… altri soggetti estranei all’associazione, al fine di consentir[gli] l’avvicinamento a settori istituzionali anche per il tramite di ordini massonici e cavalierati…”.

L’attività di ricostruzione contabile eseguita dagli uomini della Dia avrebbe fatto emergere una rilevante sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati da entrambi i nuclei familiari, elemento che ha portato i Tribunali dei due capoluoghi ad emettere i rispettivi provvedimenti,

I BENI INTERESSATI

I sigilli sono scattati al 100% del capitale sociale e all’intero compendio aziendale delle aziende: A.S. Calabria Vacanze di Roma; Castella Servizi di Lamezia Terme; Compagnia di Sviluppo Turistico Numero 2 di Lamezia; Compagnia Di Sviluppo Turistico di Lamezia; Turchese Service di F. Rizzo & C. di Lamezia; Touristic Sud Service di Catanzaro; Costruz Gener dei F.lli Barberio-Geom. Paolo e Pasquale di Lamezia; Turchese di Roma (in liquidazione dal 1° aprile 2011); G.B. Immobiliare di Latina; Baia Del Carmen di Isola Capo Rizzuto; I.P.L.E. di Cutro; I.P.L.E.S. di Calinciuc Gheorghe & C., di Cutro e A.S. Legno di Cutro.

Raggiunti dai provvedimenti anche il 70% del capitale sociale e dell’intero compendio aziendale della Carioca Resort e della S.S.A.T. (entrambe con sede legale a Roma); 79 tra terreni e fabbricati; 14 rapporti finanziari; 7 polizze assicurative e un’autovettura.