Catturato il latitante Girolamo Facchineri, scovato in un covo sull’Aspromonte
È finita la latitanza, durata circa due anni - esattamente dal 2016 - di Girolamo Facchineri, 52 anni, considerato come uno dei personaggi di spicco dell’omonima cosca reggina.
Il ricercato è stato catturato, dai carabinieri di Gioia Tauro e dello Squadrone Cacciatori, in contrada Longo di Cittanova, in un’impervia area aspromontana, tra la sua cittadina d’origine e San Giorgio Morgeto, dove aveva trovato rifugio in un casolare abbandonato nascosto tra la fitta vegetazione e allestito appositamente.
Facchineri, una volta scovato, non ha opposto alcuna resistenza consegnandosi ai militari che nel covo hanno poi ritrovato anche diversa attrezzatura come visori notturni, binocoli, ricetrasmittenti, una pistola scacciacani, ma anche un boiler per l’acqua calda e dei pannelli solari per ottenere corrente elettrica.
Il 52enne era scampato ad un fermo di indiziato di delitto della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo dello Stretto, che lo accusava di aver favorito la latitanza di Giuseppe Crea (40 anni) e Giuseppe Ferraro (50), entrambi ritenuti i boss delle omonime cosche dell’area tirrenica reggina e catturati nel gennaio 2016 nell’entroterra di Maropati.
Secondo gli inquirenti Facchineri, durante la macchia dei due, gli avrebbe procurato i rifugi e i beni materiali assicurandogli anche gli spostamenti ed i collegamenti con i familiari e gli altri membri della cosca.
La cattura è stata resa possibile grazie a una meticolosa e articolata indagine, coordinata dalla Dda, partita nell’ottobre dell’anno scorso e supportata da un’ampia attività tecnica.
Gli investigatori del Gruppo di Gioia Tauro, con il costante ausilio dei Cacciatori, hanno sviluppato le prime informazioni e monitorato incessantemente lo stretto circuito relazionale di Facchineri, ritenuto da subito il fulcro del sostentamento del catturando.
Il latitante, condannato in primo grado nell’ambito del procedimento che ha portato al suo arresto di oggi, è tuttora imputato in secondo grado per associazione di tipo mafioso e favoreggiamento personale aggravato: dovrà attendere l’esito del processo in carcere.