Armi: scarcerata la sorella dei boss Mancuso di Limbadi
Torna in libertà Rosaria Mancuso, 63 anni, di Limbadi, arrestata martedì con l'accusa di ricettazione, detenzione illegale di armi (un fucile ed una pistola) e munizioni. Il gip del Tribunale di Vibo Valentia – scrive l’Agi - ha infatti rigettato la richiesta di misura cautelare, e quindi di arresto, avanzata dalla Procura.
Per il giudice, i carabinieri non avrebbero fornito prove in ordine al fatto che le armi ritrovate appartengano a Rosaria Mancuso in quanto il terreno in cui le stesse erano occultate è sì di proprietà della donna, ma senza alcuna recinzione e quindi aperto a chiunque. Inoltre per il gip non è stata fornita prova che la donna (che ha documentato una patologia cardiaca) si recasse sui terreni o che gli stessi fossero a lei in uso.
Nessun servizio di osservazione è stato portato a sostegno dell'accusa ed il gip nel motivare la decisione esclude la riconducibilità certa delle armi alla donna, mentre non esclude in linea di principio che le stesse possano appartenere al marito Domenico Di Grillo, dal 9 aprile ai domiciliari per altre armi ritrovate a seguito dell'autobomba costata la vita al biologo Matteo Vinci, proprietario dei terreni confinanti con i Mancuso-Di Grillo.
La donna, difesa dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Antonio Barilaro, ha quindi lasciato il carcere per ritornare in libertà. Rosaria Mancuso è sorella dei boss di Limbadi Giuseppe, Diego, Pantaleone e Francesco Mancuso.