Omicidio Vinci. Annullato ergastolo per sorella boss, tre condanne definitive

Vibo Valentia Cronaca
Il luogo dell'esplosione e le due vittime

La Cassazione ha annullato con rinvio la condanna all’ergastolo inflitta a Rosaria Mancuso, 67enne di Limbadi, sorella dell’omonimo boss della potente cosca del vibonese, inizialmente accusata di essere stata la mandante dell’omicidio di Matteo Vinci (QUI), il biologo ammazzato con un’autobomba il 9 aprile del 2018 (QUI).

La donna verrà ora scarcerata, poiché i termini massimi di custodia cautelare sono scaduti, essendo trascorsi oltre tre anni dalla sentenza di primo grado, che risale al dicembre 2021.

La Suprema Corte ha invece confermato l’ergastolo per Vito Barbara (31 anni), genero di Rosaria Mancuso; e le condanne a 6 anni (per la ricettazione di un fucile a pompa) a carico di Domenico Di Grillo (75 anni), marito della Mancuso; e a 3 anni per Lucia Di Grillo, figlia della stessa Rosaria.

Gli ermellini hanno dunque accolto il ricorso presentato dagli avvocati Francesco Lojacono e Valerio Spigarelli, con il supporto dei colleghi Giovanni Vecchio e Francesco Capria, e che hanno sostenuto mancassero elementi concreti per sostenere l’attribuzione a Mancuso del mandato omicidiario. Rosaria Mancuso ed il genero Vito Barbara erano ritenuti infatti gli ideatori e organizzatori dell’agguato.